Hannioui Khaddouj, cinquantenne di origini marocchine è stata sgozzata in casa il 22 marzo 2019 da suo nipote Mohammed El Fathi, 32 anni, a Finale Emilia in provincia di Modena. È stato il figlio diciassettenne a scoprire il corpo esanime della mamma in una pozza di sangue. Il ragazzo, scolvolto, è subito sceso in strada in cerca di aiuto. I vicini hanno chiamato il padre, lontano dal luogo in quel momento, e i carabinieri che sono successivamente giunti sul posto.[1]
Dopo aver commesso il delitto, Mohammed si era chiuso a chiave in una stanza dell'abitazione e le forze dell'ordine hanno dovuto sfondare la porta per arrestarlo. È stato ritrovato sul divano in stato confusionale con la testa fra le mani e, accando a sé, il coltello utilizzato per colpire la zia. L'uomo soffriva di disturbi psichiatrici ed era uscito pochi giorni prima da Villa Igea, la casa di cura dove aveva iniziato i ricoveri dal 2015.[1] Da una prima ispezione della Medicina legale intervenuta sul luogo del decesso, è stato reso noto che l'omicida ha ferito mortalmente la vittima con una trentina di fendenti che hanno colpito il collo, l'addome e la schiena.[2][1]
In una dichiarazione rilasciata alla stampa, la procuratrice di Modena Lucia Musti ha affermato che "il padre e lo zio dell'arrestato si sono sempre adoperati a che il congiunto si sottoponesse alle cure necessarie per fronteggiare la patologia psichiatrica che affliggeva il giovane" e che "il folle gesto appare senza movente e senza spiegazione".[3]
Diversamente da quanto stimato inizialmente dai primi rilievi effettuati sulla scena del crimine, l'autopsia svolta successivamente ha constatato che le coltellate inferte sul corpo della donna sono state sessantasei, delineando una brutalità ancora maggiore dell'omicidio.[2]
Nel mese di settembre il consulente del Tribunale di Modena scelto per stabilire se Mohammed fosse pienamente cosciente nel momento del delitto ha concluso che l'accusato non era capace di intendere e di volere. Uno stato compatibile con la condizione clinica dell'uomo, affetto da una forma di schizofrenia per la quale era stato posto in cura. Per tali ragioni l'imputato non è processabile.[4]