Voce su Khrystyna Novak
Khrystyna Novak (Христини Новак) era una ragazza ucraina di 29 anni scomparsa il 2 novembre 2020 da Castelfranco di Sotto in provincia di Pisa.[1] Dopo mesi di ricerche, i resti del suo corpo senza vita furono ritrovati la mattina del 20 maggio 2021 all'interno di un casolare, in un'area boschiva non molto lontano dall'abitazione dove la giovane risiedeva.[2]
Uno scorcio panoramico di Orentano, frazione di Castelfranco di Sotto in provincia di Pisa (di LigaDue, licenza CC BY-SA 4.0)
La ragazza, originaria della città ucraina di Odessa, si era trasferita in Italia con un permesso turistico e lavorava in un locale di Altopascio (Lucca). Da circa tre mesi viveva insieme al compagno in una villetta della zona di Corte Nardi a Orentano, frazione del comune di Castelfranco di Sotto.[3] La sparizione era avvenuta successivamente al 31 ottobre, quando il convivente Airam Gonzalez Negrim, imprenditore spagnolo di 41 anni, fu arrestato e condotto in carcere con le accuse di porto abusivo d'arma e munizioni, ricettazione e detenzioni di sostanze stupefacenti.
La denuncia ufficiale di sparizione venne presentata il 9 novembre 2020 su segnalazione della madre in Ucraina che, preoccupata perché da giorni non riusciva a mettersi in contatto con la figlia, aveva attivato alcuni conoscenti a Brescia affinché informassero la Polizia per mettere in moto le ricerche.[4][5] Sul caso aveva indagato la Procura di Pisa che inizialmente aprì un fascicolo per sequestro di persona. In seguito il capo d'imputazione fu modificato in omicidio volontario a carico di ignoti.[6][7]
Il 23 marzo 2021 la Polizia eseguì un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, disposta dal giudice per le indagini preliminari di Pisa su richiesta della locale Procura, nei confronti di Francesco Lupino, 50 anni, vicino di casa, collega e socio in affari di Airam Gonzalez, accusato di omicidio volontario e soppressione di cadavere.
Secondo le indagini, la ragazza avrebbe convinto il compagno ad abbandonare le attività illecite in cui era coinvolto. Decisione che però sarebbe stata mal digerita dal socio Lupino e che avrebbe portato a una lite tra i due uomini. Da quella disputa sarebbe poi partita la "soffiata" che aveva permesso, nella serata del 31 ottobre, la perquisizione e l'arresto di Gonzalez. Il quarantunenne, interrogato in commissariato, avrebbe successivamente riferito agli agenti dei suoi rapporti lavorativi con Lupino, residente a pochi passi dalla villetta di Corte Nardi.
L'indiziato si sarebbe così vendicato della situazione, uccidendo la vittima a colpi di pistola. Il delitto sarebbe avvenuto a circa 24 ore di distanza dall'arresto di Gonzalez, nella notte tra il 1º e il 2 novembre 2020. Dopodiché l'uomo avrebbe fatto sparire il corpo della ventinovenne. Poi avrebbe utilizzato il cellulare di Khrystyna per simulare un allontanamento volontario nel tentativo di depistare le indagini.[8][9]
Gli accertamenti della scientifica avevano condotto alla rilevazione, nell'abitazione della giovane, di segni distintivi di un colpo di pistola, sparato in un corridoio nei pressi dell'ingresso sul retro. A terra e sul muro sarebbero stati presenti i riscontri di una pulitura, messa in atto per rimuovere del sangue. Nello stesso punto, sulla parete, fu individuata una piccola breccia nella quale venne reperito del materiale compatibile con quello di un proiettile.[10]
Il successivo 26 marzo Lupino, interrogato dal giudice per le indagini preliminari, si avvalse della facoltà di non rispondere e respinse tutte le accuse a suo carico.[11][12] Il seguente 20 maggio fu ritrovato il cadavere della vittima in un casolare, non molto distante dall'abitazione dove risiedeva.[2][13]
Il successivo 16 giugno, durante un altro interrogatorio, l'indiziato aveva confessato l'omicidio.[14][15] Lupino raccontò agli inquirenti di aver voluto soltanto spaventare la giovane, poiché lei lo aveva minacciato di rivelare alla compagna del cinquantenne che lui frequenta altre donne e che faceva nuovamente uso di cocaina. L'uomo dunque avrebbe estratto la pistola nel tentativo di intimorirla, ma esplose un proiettile non pensando che l'arma fosse carica.[16]
L'indagato fu successivamente rinviato a giudizio. Nel corso del procedimento giudiziario il legale di Lupino sostenne l'involontarietà del reo confesso di commettere l'omicidio. Il 2 marzo 2022 l'imputato venne condannato dalla Corte d'Assise di Pisa a 29 anni di reclusione.[17][18]
Il 19 gennaio 2023 la Corte d'Appello di Firenze ridusse la pena a 24 anni,[19] riconoscendo la sola aggravante dei futili motivi. Secondo le motivazioni del verdetto di secondo grado, la confessione di Lupino non fu spontanea, ma rappresentò l'estremo tentativo di alleggerire la propria posizione, già compromessa dal lavoro investigativo, in quanto l'uomo aveva capito "di essere ormai raggiunto da prove inconfutabili".
Il 3 novembre 2023 la Corte di Cassazione accolse parzialmente il ricorso della difesa dell'imputato, rinviando il procedimento a un nuovo giudizio di secondo grado limitatamente alla rivalutazione dell'aggravante dei futili motivi.[20] Il verdetto, tuttavia, confermò i reati di omicidio volontario, occultamento di cadavere e detenzione illegale di armi.[21][16]
