Sora. Omicidio Gilberta Palleschi del 2014. Dopo quasi 6 anni, restituiti gli oggetti che la vittima indossava durante l'aggressione.

Immagine della notizia (Immagine di Gabriel Marchionni su Panoramio e Wikimedia Commons — CC BY-SA 3.0)

Sora. Omicidio Gilberta Palleschi del 2014. Dopo quasi 6 anni, restituiti gli oggetti che la vittima indossava durante l'aggressione.

"Dopo quasi sei anni sono stati restituiti gli oggetti che indossava al momento dell'aggressione". Sono le parole della famiglia di Gilberta Palleschi riportate da CiociariaOggi.it. La 57enne professoressa di Inglese, originaria di Sora (Frosinone), fu assassinata nel novembre del 2014 da Antonio Palleschi.

Vittima di una tentata violenza sessuale, fu aggredita mentre faceva jogging nella campagna di Broccostella, non lontano da casa. Dopo essere uccisa, il corpo venne ritrovato tra la fitta vegetazione in un dirupo a Campoli Appenino (Frosinone).

Dopo circa 6 anni dal delitto, sono tornati nelle mani della famiglia gli oggetti di quanto è rimasto di quel tragico giorno: "Cuffiette rotte, un braccialetto d'oro con brillantini e le chiavi della sua macchina". I parenti, di propria scelta, non hanno voluto che fosse aperta un'altra scatola, contenente gli indumenti che indossava la donna al momento dell'aggressione. Un'immagine troppo scioccante.

Riguardo il processo a carico di Palleschi, si è concluso in Cassazione con la conferma della condanna a 20 anni di reclusione. Ma la famiglia continua a non comprendere come dall'ergastolo in primo grado si sia passati a una riduzione della pena. "Il rito abbreviato serve soltanto a tutelare gli assassini - dicono i parenti della vittima. Una volta accertata la colpevolezza, l'omicida dovrebbe essere condannato all'ergastolo".

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