Troina (Enna). Disabile violentata all'Irccs Oasi e rimasta incinta. Fermato il responsabile: ha confessato. Decisivo l'esame del DNA.
È stato l'esame del DNA a inchiodare L. A., 39 anni, operatore sanitario dell'Oasi di Troina (Enna) che ha violentato una disabile affetta da gravissime patologie connesse a una malattia genetica e che ora aspetta un bambino. L'uomo ha confessato a conclusione di un lungo interrogatorio.
L'inchiesta della squadra mobile di Enna, che ha da subito attivato il "codice rosso", è scattata dopo la denuncia del legale della famiglia della giovane. Dopo decine di audizioni e prelievi di campioni salivari dal personale che in quel periodo accedeva alla struttura (dichiarata zona rossa lo scorso marzo dopo il contagio di 162 persone tra operatori e ricoverati), ieri mattina è stato convocato l'operatore socio sanitario, dipendente della struttura di Troina da due anni.
L'uomo, che è sposato, ha due figli e non ha precedenti, è subito apparso particolarmente nervoso e confuso. È emerso che sarebbe stato autorizzato ad accedere all'Oasi, in quel periodo, per carenza di personale come operatore socio sanitario proprio nel reparto dove erano stati trasferiti tutti i ricoverati risultati positivi al Covid.
Durante una delle tante notti prestate in struttura, approfittando dell'assenza temporanea dell'infermiere, l'operatore avrebbe violentato la giovane che conosceva da anni. La confessione al termine di un lungo interrogatorio, mentre continuano le indagini per chiarire ogni ulteriore aspetto della vicenda e valutare eventuali responsabilità.