Crema. Omicidio Sabrina Beccalli. "Alessandro Pasini molto provato in carcere". L'uomo continua a sostenere la propria linea difensiva.
"Il mio assistito è molto provato dopo due mesi di carcere. Gli ho comunque spiegato che deve pazientare ancora". A descrivere un Alessandro Pasini col morale a pezzi, nel penitenziario di Monza, è l'avvocato Paolo Sperolini. Il 45enne dietro le sbarre è accusato di aver ucciso l'amica Sabrina Beccalli.
Il difensore, a differenza di quanto avvenuto in passato, concede uno strappo alla riservatezza. Già nei giorni scorsi il professionista aveva rotto il silenzio, per bollare come "priva di ogni fondamento" l'indiscrezione circolata su una roncola, trovata nell'abitazione di via Porto Franco a Crema (dove i due si erano recati nella notte tra il 14 e il 15 agosto), considerata la presunta arma del delitto: "Pasini non ha ucciso la povera Beccalli".
E nel frattempo il vicino di casa dell'operaia 39enne non si discosta dalla versione fornita al gip all'indomani del fermo. Sostiene che a uccidere l'amica, madre di un ragazzo di 15 anni, sia stata un'overdose la notte della vigilia di Ferragosto. Poi ne ha bruciato il corpo, avvolto in una coperta e adagiato sui sedili della Panda della donna, in un viottolo della frazione di Vergonzana.
Assai distante, invece, l'ipotesi sulla quale lavora la Procura della Repubblica, che propende per un omicidio, innescato da una avance sessuale respinta. Un delitto, quindi, ma sulle cui modalità, almeno allo stato attuale, nessuno se la sente di sbilanciarsi.