Lecce. I manoscritti di De Marco in carcere: "Ho ucciso Eleonora e Daniele per vendetta. Fuori avrei ancora l'impulso di uccidere"...
"Se fossi all'esterno il mio impulso di uccidere sarebbe ritornato"; "Certe volte sento di essere un vero e proprio mostro e la cosa peggiore è che sento che ad una parte di me piace questa idea...".
Sono alcune delle riflessioni che si leggono sui manoscritti sequestrati in carcere, a fine ottobre, ad Antonio De Marco, il 21enne di Casarano (Lecce) reo confesso dell'omicidio dei fidanzati Eleonora Manta e Daniele De Santis.
"Ho ucciso Daniele ed Eleonora perché volevo vendicarmi - scrive -: perché la mia vita doveva essere così triste e quella degli altri così allegra?". "Questo omicidio è la cosa che più mi spezza: una parte di me prova dispiacere (ma solo quello), un'altra è contenta....sì!".
"È felice di aver dato 60 coltellate, poi c'è un'altra parte che avrebbe voluto fare una strage, come se fosse stata una partita a GTA" - Grand Theft Auto, videogioco.
Tra questi brani ce n'è uno in cui De Marco parla di un pentimento: "L'altro giorno è successa una cosa strana, mentre leggevo 'Cime Tempestose' (romanzo di Emily Bronte, ndr)... ho ricordato quella sera, la sera dell'omicidio, ma non come faccio sempre, è stato molto più forte"...
"E per la prima volta ho provato un vero dispiacere per quello che ho fatto, forse ero addirittura vicino a piangere. Però se ci penso adesso non sento le stesse cose, non sento niente e basta, ma forse mi sto avvicinando ad un vero pentimento".