Cabiate. Il caso della piccola Sharon. Parla la madre della vittima: "Sarà il giudice a chiarire la verità".
È il Corriere della Sera a ripercorrere l'orrore che si è consumato in un'abitazione di Cabiate, provincia di Como, dove mamma Silvia viveva con la piccola Sharon e, da qualche mese, con il compagno Gabriel Robert Marincat, operaio romeno di 25 anni.
In seguito all'arresto del ragazzo, accusato di maltrattamenti con esito mortale e violenza sessuale, alla casa sono stati messi i sigilli e Silvia si è trasferita a casa dei genitori. La giovane madre ha rilasciato alcune dichiarazioni al quotidiano: "Sono state dette tante parole, si stanno ingigantendo le cose e non voglio aggiungere altro. Quando ci sarà il processo, allora il giudice dirà qual è la verità e chiarirà cosa è successo".
Era stata la stessa Silvia a covare qualche sospetto dopo il racconto dell'ormai ex compagno. Marincat tuttavia era stato smentito dall'autopsia, che ha evidenziato come i traumi sul corpo della bambina di 18 mesi non fossero affatto compatibili con la versione della caduta della stufetta fornita dal 25enne. Inequivocabili poi i segni degli abusi sessuali.
Davanti ai militari che lo hanno arrestato, il giovane è rimasto impassibile e in silenzio, limitandosi a rispondere: "Non so niente".