Casavatore. Omicidio Lucia Caiazza. La testimonianza delle figlie al processo: "Mamma aveva perso la voglia di vivere".
Lucia Caiazza era cambiata, non era più la stessa persona. Le sue due figlie e la sorella parlano di lei come una donna triste che aveva perso la sua voglia di vivere. Le tre donne si sono presentate la mattina di venerdì 5 marzo alla Corte di Assise di Napoli.
In udienza davanti ai giudici hanno parlato di Lucia Caiazza, dei suoi continui sbalzi d'umore, della sua tristezza e di quei lividi che avrebbero dovuto essere un campanello d'allarme. La donna, 52 anni, originaria di Casavatore, sarebbe stata picchiata nella sua casa durante gli ultimi giorni di lockdown, tra il 4 e il 10 maggio 2020.
Qualche giorno dopo la donna ha iniziato ad accusare forti dolori ed è andata all'ospedale di Frattamaggiore dove è morta il 14 maggio nonostante un'operazione chirurgica di asporto della milza. È a giudizio, con l'accusa di aver causato la morte della compagna, Vincenzo Garzia, 47enne di Arzano arrestato lo scorso 15 ottobre dai Carabinieri.
La vittima, fino alla fine, aveva provato a negare le percosse infatti quando arrivò in ospedale attribuì i suoi dolori a un incidente automobilistico avvenuto l'11 aprile quando la donna era in macchina con la sorella. E proprio la sorella, in udienza ha raccontato ai giudici di quanto Lucia Caiazza fosse triste e cupa. Le figlie invece hanno spiegato che spesso la mamma si presentava con dei lividi sul corpo, a suo dire frutto di incidenti casalinghi.