Tolfa. Omicidio Diva Compagnucci. Sergej Malaj condannato a 24 anni di reclusione. La famiglia della maestra: "Giustizia è fatta".

Immagine della notizia (Immagine di Ra Boe (Raboe001) su Wikimedia Commons — CC BY-SA 3.0)

Tolfa. Omicidio Diva Compagnucci. Sergej Malaj condannato a 24 anni di reclusione. La famiglia della maestra: "Giustizia è fatta".

Tutta la comunità di Tolfa (Roma) si stringe attorno alla famiglia della maestra Diva Compagnucci brutalmente uccisa nella sua casa. All'indomani della sentenza della Corte d'Assise che ha condannato Sergej Malaj, riconosciuto autore dell'efferato omicidio avvenuto il 25 ottobre 2019. Per lui 24 anni di reclusione, più 3 in una struttura di cura.

"Ci stringiamo tutti intorno alle figlie e ai famigliari dell'indimenticabile maestra Diva Compagnucci: finalmente con la sentenza di martedì è stata fatta giustizia per quello che è stato un delitto terribile che ha sconvolto tutti qui in paese e che nessuno potrà mai dimenticare: quel giorno nefasto è stata scritta una delle pagine più brutte e macabre della storia di Tolfa".

I Carabinieri, con un'indagine lampo, dopo poche ore dall'omicidio della signora Compagnucci, trassero in arresto il giovane cittadino albanese di 23 anni, Sergej Malaj accusato di aver ucciso a pugni la 91enne. In seguito al ritrovamento del corpo senza vita della donna, l'indiziato venne rintracciato all'interno della propria abitazione.

Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dai Carabinieri di Civitavecchia, l'indiziato reagì in modo violento, fracassando il cranio della vittima, prima di darsi alla fuga con alcuni soldi in contanti trovati all'interno dell'abitazione e qualche oggetto in oro, poi venduti a un compro oro di Civitavecchia.

Molto provate le figlie della signora Diva a cui ogni seduta del processo ha riaperto con dolore le ferite. Le due donne, a poche ore dalla sentenza commentano così: "Siamo molto provate, perché è una situazione veramente brutta e dolorosa. Purtroppo non c'è nessun vincitore al termine di questo processo, perché nessuno ci ridarà nostra madre".

"Restiamo in attesa di capire le motivazioni che hanno condotto al riconoscimento della parziale infermità mentale. È stato talmente terribile ciò che è accaduto che non si può raccontare. Abbiamo fiducia nella magistratura e nella legge".

Cara/o utente, spero tu abbia apprezzato il contenuto di questa pagina.

FemminicidioItalia.info è un progetto informativo nato nei primi mesi del 2019 dedicato alla raccolta di dati e notizie su casi recenti e passati di femminicidio in Italia, nonché sul fenomeno della violenza sulle donne nel nostro paese.

Nel corso del tempo lo sviluppo del sito è aumentato a dismisura. Le pagine sono diventate centinaia e le voci di approfondimento sono costantemente monitorate per fornire gli ultimi aggiornamenti. Teniamo traccia delle notizie e riportiamo quelle più importanti avendo sempre cura di citare le fonti per ringraziare i giornalisti del loro arduo lavoro.

Tuttavia la gestione del progetto è diventata anche più complessa e dispendiosa. Se credi nella bontà del nostro operato e ti va di contribuire, potresti darci una mano oppure considerare di effettuare una donazione. Anche una piccola somma può significare un grande aiuto affinché il sito rimanga in vita e continui a essere aggiornato. Grazie.