San Leonardo di Cutro. Omicidio Vincenza Ribecco. I figli della vittima presentano l'istanza per cambiare cognome.
"La parola chiave è vergogna. Ci vergogniamo di dire che siamo dei Diletto, di scrivere il nostro nome abbinato a questo cognome. Io e mio fratello non abbiamo nulla in comune con nostro padre e tutto ciò che siamo lo dobbiamo soltanto a mia madre". A parlare è Rosaria, figlia di Vincenza Ribecco, la 61enne uccisa il pomeriggio dell'8 marzo scorso dall'ex marito Alfonso Diletto, fermato nell'immediatezza dei fatti dai Carabinieri.
Rosaria e il fratello Domenico – al quale toccò fare la triste scoperta al rientro a casa, quel tragico pomeriggio, tanto che gli caddero sul pavimento le mimose che aveva comprato per sua madre – hanno dato mandato all'avvocato Anna Maria Critelli perché faccia istanza per il cambio del cognome. La richiesta è stata inoltrata al prefetto di Mantova, poiché i ragazzi sono nati a Suzzara.
"Quel giorno non è morta soltanto nostra madre, siamo morti anche noi", dice Rosaria al Quotidiano del Sud. Non è un caso che sui manifesti funebri i due fratelli abbiano deciso di far pubblicare soltanto i loro nomi di battesimo.
"Che non si dica che aveva due figli e una nipote, che il suo cognome non vada avanti, che mio fratello non sia costretto a dare lo stesso cognome ai suoi figli, che tutti sappiano che siamo figli ad un'unica persona, nostra madre", aggiunge Rosaria. È una scelta netta, per dissociarsi profondamente da un uomo che ritengono soltanto colui che "ha ucciso nostra madre e che ci ha tormentati per anni".