Roma. Omicidio Imen Chatbouri. Le motivazioni della condanna a 16 anni. "Catoi l'aveva colta vigliaccamente alle spalle".
"Con una mossa fulminea, cogliendola di sorpresa alle spalle ha afferrato Imen Chatbouri, 37 anni, ex campionessa dell'atletica leggera tunisina, per le gambe e l'ha scaraventata nel vuoto dal parapetto del Lungotevere dei Vallati. Poi, senza alcun tentennamento, Iulian Catoi, 29 anni, romeno, è sceso per le scale, ha raggiunto la donna, presumibilmente ancora viva, ne ha adagiato la testa sullo zaino per simulare che stesse dormendo, le ha sottratto il cellulare ed è andato via".
È la ricostruzione dell'assassinio dell'ex atleta tunisina, Misciù per gli amici, commesso la notte del 2 maggio del 2019 da Catoi, almeno secondo la Corte d'Assise di Roma che ha condannato l'imputato a 16 anni di reclusione.
Il 29enne ha sempre respinto le accuse, ma i giudici nelle motivazioni della sentenza sottolineano come Catoi abbia "vigliaccamente colto alle spalle Imen" per lanciarla nel vuoto. Non solo. Il romeno, secondo la Corte, "non ha avuto alcun cedimento, come dimostra l'opera di sistemazione del corpo, con lei verosimilmente ancora viva, e la sottrazione del cellulare".