Ravenna. Ilenia Fabbri lottava per i propri diritti di lavoratrice. La separazione una "sciagurata ordinanza presidenziale".
Sono state pubblicate le motivazioni della sentenza della Corte d'Assise di Ravenna in merito alle condanne all'ergastolo inflitte a Claudio Nanni e Pierluigi Barbieri, riconosciuti responsabili dell'omicidio di Ilenia Fabbri, uccisa la mattina del 6 febbraio 2021 nella sua abitazione a Faenza.
"Con la morte della moglie", Nanni "avrebbe cessato di versare il mantenimento per la figlia" - Arianna, oggi 21enne - "avrebbe evitato di pagare alla moglie le sue spettanze di lavoro e avrebbe venduto la casa come voleva, intascando tutto il ricavato".
Un paragrafo è stato dedicato a quella che è stata definita una "sciagurata ordinanza presidenziale" in ragione al provvedimento legato alla separazione del 21 settembre 2017 dal Tribunale e che avrebbe esacerbato gli animi inducendo i due a una "convivenza forzata".
Un "provvedimento abnorme e illegittimo", è stato definito, ma anche "incredibilmente a favore dell'elemento maschile della coppia" con la donna che "fu messa in una situazione di inferiorità e grave esposizione" e con Nanni che "probabilmente ne trasse un senso di onnipotenza e di impunità".
In definitiva Ilenia "fu uccisa perché voleva vedersi riconosciuta i propri diritti di moglie e lavoratrice", con implicito riferimento alla causa di lavoro fatta all'ex marito per gli anni trascorsi nell'officina di famiglia.