Catania. Omicidio della piccola Elena. La madre Martina Patti ha risposto alle domande del gip. Restano diversi punti oscuri.
"Per evitare strumentalizzazioni posso riferire unicamente che si è svolto l'interrogatorio e il giudice si è riservato sull'ordinanza di convalida. La mia assistita ha riposto alle domande. Non posso aggiungere dettagli di nessun tipo". Lo ha affermato l'avvocato Gabriele Celesti, uscendo dal carcere di Catania, dove si è svolta l'udienza di convalida del fermo di Martina Patti, accusata dell'omicidio della figlia Elena, avvenuto lo scorso 13 giugno a Mascalucia.
La 23enne, nel corso dell'interrogatorio davanti al gip di Catania, avrebbe sostanzialmente confermato gran parte delle dichiarazioni precedentemente rese a Carabinieri e Procura, ribadendo di avere ucciso, da sola, la figlia Elena nel luogo in cui il corpo è stato ritrovato. È quanto si apprende da fonti informate.
Secondo varie indiscrezioni filtrate dalla Procura, non del tutto confermate, la giovane avrebbe "accompagnato la sua ricostruzione con molti non ricordo sulla dinamica che sembrano pretestuosi". In ogni caso, gli inquirenti sono in attesa degli accertamenti tecnici e dell'esame autoptico, che potrebbero colmare alcuni vuoti nell'indagine.
Al momento non è chiaro se la 23enne abbia avuto o meno un complice che l'abbia aiutata nell'omicidio o nell'occultamento del cadavere. L'arma del delitto, che i Carabinieri ritengono possa essere un coltello da cucina, non è stata ancora ritrovata. Non c'è nemmeno certezza sul luogo dove è stata uccisa la piccola, nonostante la madre abbia ribadito di averlo fatto nel campo dove è stata seppellita.
Intanto la gip Daniela Monaco Crea si è riservata la decisione, sia sulla convalida del fermo, sia sull'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare.