Gradara. Omicidio Natalia Kyrychok. Le motivazioni della condanna al marito: "Un barbaro eccidio radicato negli stereotipi di genere".
"Nataliya fu uccisa con una ferocia inaudita, un barbaro eccidio di particolare efferatezza". "Un femminicidio" che ha avuto il suo movente non nella gelosia, ma in profonde radici culturali di uno "stereotipo di genere basato sul dominio del maschio eterosessuale, o alfa, sulla donna, il quale, se sente che quella fusione è in pericolo, allora scatta la violenza".
Sono questi alcuni passaggi, riportati dal Resto del Carlino, delle 50 pagine delle motivazioni della sentenza dalla Corte d'Assise di Pesaro che ha condannato a 24 anni di recusione Vito Cangini, l'81enne reo confesso dell'omicidio della moglie, Nataliya Kyrychok, 61 anni.
Il delitto era avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 dicembre scorso, nell'abitazione che la coppia condivideva a Gradara. La vittima fu aggredita in camera da letto con circa 11 fendenti. Quella notte la donna si era rifiutata di concedersi sessualmente al marito. L'81enne, inoltre, sospettava che lei, con la quale era sposato da 17 anni, avesse una relazione extraconiugale.