Servigliano. L'omicidio della piccola Jennifer. Nessun appello alla sentenza di primo grado. È definitiva la condanna alla madre.

Immagine della notizia (Immagine di Alessandro Vecchi (Awd) su it.wikipedia.org — CC BY-SA 3.0)

Servigliano. L'omicidio della piccola Jennifer. Nessun appello alla sentenza di primo grado. È definitiva la condanna alla madre.

Sola in casa con le figlie, con la figura ingombrante del marito. Ecco come viveva Pavlina Mitkova, 40enne bulgara condannata a 25 anni di reclusione per l'omicidio della figlia di 6 anni, Jennifer, soffocata con un peluche nell'abitazione familiare a Servigliano (Fermo), la sera del 7 gennaio 2020.

Proprio le condizioni di degrado in cui versava la donna hanno spinto la Corte d'Assise di Macerata a non condannarla all'ergastolo, ma a 25 anni. La sentenza, che nessuno ha appellato, ora è divenuta definitiva.

Le motivazioni del verdetto hanno ripercorso l'istruttoria, evidenziando che la madre aveva appiccato l'incendio in casa. Poteva essere stata soltanto lei, perché il marito era uscito dall'abitazione alle 21.00 ed era andato a Roseto.

Per un motivo che non è stato chiarito dal processo, la madre aveva immerso la testa di Jennifer nella vasca da bagno piena d'acqua. Poi l'aveva soffocata e infine aveva appiccato l'incendio, nel tentativo di far credere che la primogenita fosse morta a causa dei fumi delle fiamme. L'autopsia lo aveva escluso, era morta già prima dello scoppio del rogo.

La Corte ha però concesso le attenuanti generiche all'imputata, considerate le condizioni disagiate della stessa, senza lavoro, né parenti, né amici né prospettive, in un contesto familiare di emarginazione e isolamento sociale, pervaso dalla forte personalità del marito.

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