Lanciano. Il caso di Anna Maria D'Eliseo, trovata morta in casa lo scorso 15 luglio. L'autopsia non chiarisce le cause del decesso.
I dubbi permangono. Bisogna dunque ancora attendere per conoscere le modalità che hanno portato alla morte della collaboratrice scolastica Anna Maria D'Eliseo, 60 anni, trovata senza vita lo scorso 15 luglio in una rimessa esterna alla propria villa di contrada Iconicella a Lanciano (Chieti).
L'autopsia, effettuata ieri mattina all'ospedale di Fermo, dal medico legale Cristian D'Ovidio, non ha dato un responso chiarificatore. E, quindi, probabilmente, saranno effettuati ulteriori esami. I risultati si sapranno entro 60 giorni. Un mistero che si fa fitto e che, al momento, vede inquisito per omicidio volontario il marito della vittima, un 70enne vigile del fuoco in pensione.
Era stato lo stesso uomo a lanciare l'allarme. Ai Carabinieri giunti sul posto aveva riferito: "Mia moglie si è impiccata". Ma diverse circostanze avrebbero reso il suo racconto poco verosimile. Agli inquirenti la sua versione non convince del tutto.
Il matrimonio tra Anna Maria e l'uomo negli ultimi tempi era divenuto molto conflittuale. La donna aveva anche lasciato il tetto coniugale, rifugiandosi dai figli, ma poi era tornata a casa volendo "tenere unita la famiglia". Il settantenne ha respinto ogni addebito: "Non l'ho uccisa io e neppure mai maltrattata". I familiari della vittima tuttavia sostengono che lei non si sarebbe mai tolta la vita. Il giallo dunque resta aperto.