Segrate. Stuprò una donna nell'ascensore. Le motivazioni della condanna: "Nessuna attenuante per quella brutalità".
Nessuna attenuante, anche perché non contano "le generiche dichiarazioni di scuse e di risarcimento" presentate con una lettera nel processo, e resta "la brutalità" di quella violenza con la vittima ridotta "ad un automa" incapace anche "solo di gridare, totalmente attanagliata dalla paura".
Lo scrive la gup di Milano, Tiziana Gueli, nelle motivazioni della sentenza in abbreviato con cui, lo scorso 4 luglio, ha condannato a 7 anni e 8 mesi di reclusione un 31enne di origini libiche.
L'imputato era stato arrestato dai Carabinieri il 12 gennaio per aver violentato e rapinato, la notte del 21 dicembre 2021 a Segrate, una donna di 44 anni nell'ascensore che collega il garage al condominio, dove la donna risiedeva, mentre rincasava dopo aver parcheggiato l'auto.
Stando alle indagini dell'aggiunto Letizia Mannella e del pm Rosaria Stagnaro, il 31enne, irregolare in Italia e con molti alias, ha aggredito la donna sorprendendola al secondo piano interrato del garage. È emerso, scrive la gup, "lo stato di totale paralisi della vittima, in balia del suo aggressore per lungo tempo a causa delle reiterate minacce di morte e della paura di essere uccisa".
Vittima che non aveva "speranza di fuga" e che ancora oggi ha "difficoltà a compiere gesti ordinari della vita quotidiana". La giudice ha anche disposto che il 31enne, "altamente pericoloso", dovrà essere espulso dall'Italia a pena scontata.