Pavia. Omicidio Lidia Peschechera. Le motivazioni della sentenza: "La patologia mentale di Nigro ha avuto un peso maggiore".

Immagine della notizia (Immagine di Ruaro Matteo su Wikimedia Commons — CC BY-SA 3.0)

Pavia. Omicidio Lidia Peschechera. Le motivazioni della sentenza: "La patologia mentale di Nigro ha avuto un peso maggiore".

Alessio Nigro, condannato a 20 anni per l'assassinio della fidanzata Lidia Peschechera, soffre di un disturbo borderline di personalità e questo gli ha evitato l'ergastolo.

È scritto nelle motivazioni della sentenza della Corte d'Assise di Pavia, riportate da La Provincia Pavese, con la quale l'uomo ha evitato il carcere a vita. Per il consulente la patologia, insieme all'alcol bevuto prima del delitto, "gli ha impedito di controllare gli impulsi" e la "sua aggressività".

Nel delitto, quindi, ha avuto più peso "la patologia mentale" che la decisione della vittima "di porre definitivamente fine alla relazione affettiva" e di lasciare l'imputato "privo di un tetto e di un sostentamento economico". È stato riconosciuto il vizio parziale di mente ed è caduta l'aggravante dei futili motivi.

Nigro, il 29enne di Sant'Angelo Lodigiano, era accusato di avere strangolato Lidia Peschechera, 49 anni, la sera del 12 febbraio del 2021, e di essere rimasto da solo con il cadavere in casa per quattro giorni prima di essere scoperto. Il pubblico ministero Diletta Balduzzi aveva chiesto l'ergastolo.

Per il consulente della Procura e quello del giudice delle indagini preliminari, Nigro non aveva un disturbo psichiatrico tale da condizionare la sua capacità di intendere e volere, né la sua lucidità era stata indebolita dalla dipendenza da alcol.

Il perito della difesa aveva invece parlato di una "capacità di volere fortemente scemata" e di un disturbo borderline di personalità i cui effetti sarebbero stati amplificati dall'alcolismo cronico. Conclusione che ha prevalso.

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