Salerno. Uccise l'ex compagna Anna Borsa. "Ho sparato per sbaglio" scrive in una lettera.

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Salerno. Uccise l'ex compagna Anna Borsa. "Ho sparato per sbaglio" scrive in una lettera.

Alfredo Erra, 40 anni, il 1º marzo scorso ha ucciso con un colpo di pistola la sua ex compagna Anna Borsa, 30 anni, che si trovava, come ogni mattina, all'interno del salone di bellezza in via Tevere a Pontecagnano Faiano dove lavorava. L'uomo ha presenziato all'udienza preliminare al cospetto di Giovanna Pacifico, gup del Tribunale di Salerno. La decisione sul suo rinvio a giudizio è però slittata al prossimo 7 dicembre.

Erra, in una confusionaria lettera depositata agli atti, ha fornito una singolare ricostruzione del delitto. Avrebbe sostenuto di essere stato spinto dal proprietario del coiffeur e dal nuovo fidanzato di Anna (che lo stesso Erra avrebbe tentato d'uccidere con un colpo d'arma da fuoco) e di aver premuto il grilletto inavvertitamente per via dell'urto.

Un resoconto di fronte al quale, oltre agli avvocati delle parti civili, pure il sostituto procuratore Marina Guglielmotti, pm titolare dell'inchiesta, ha strabuzzato gli occhi. La ragazza fu freddata con un solo proiettile. Il primo capo d'imputazione, quello di omicidio, è aggravato non solo dagli atti persecutori, ma pure dalla premeditazione. Si sarebbe trattato di un'esecuzione.

Erra non solo si era presentato in via Tevere con un'arma da fuoco, ma lo aveva fatto, come si legge nella richiesta di processo formulata dalla Procura di Salerno, "dopo aver minacciato di morte già da alcuni mesi Anna Borsa, agendo per futili motivi a causa dell'interruzione della loro relazione sentimentale".

Preziosissime, per le indagini, le chat tra Anna e Alessandro: la ragazza aveva scritto al partner di non vivere più, di non farcela più e d'essere sempre infastidita da Erra, che l'avrebbe pure picchiata, minacciata con una pistola – due i colpi esplosi ai piedi dell'abitazione della giovane – dal suo aguzzino e che le avrebbe detto di voler darle fuoco. E che adesso, in una lettera scritta nel carcere di Bellizzi Irpino, dice d'essere stato solo spintonato.

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