Belforte del Chienti. Tentò di strangolare la moglie. Marito condannato a 2 anni.

Immagine della notizia (Immagine di PaulaCastelli su Wikimedia Commons — CC BY-SA 4.0)

Belforte del Chienti. Tentò di strangolare la moglie. Marito condannato a 2 anni.

Sbattuta contro un muro, presa a pugni, e colpita con un manganello dal marito che poi le avrebbe strappato i vestiti e con quelli avrebbe cercato di strangolarla: questo uno degli episodi di violenza contestati ad un 56enne albanese che nei giorni scorsi è stato condannato a 2 anni e sei mesi dalla giudice Francesca Preziosi del tribunale di Macerata.

L'uomo doveva rispondere di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. I fatti sarebbero avvenuti a Belforte del Chienti nell'arco di alcuni anni con i primi episodi che risalgano al 1998 e con gli ultimi episodi contestati nel 2016.

Secondo l'accusa, sostenuta dalla pm Francesca D'Arienzo, il marito della donna avrebbe umiliato la consorte, le avrebbe sputato, l'avrebbe minacciata e in un paio di occasioni l'avrebbe presa a schiaffi, le avrebbe lanciato in faccia oggetti casalinghi e l'avrebbe aggredita. In un caso, avvenuto il 24 luglio del 2016, l'uomo, che non accettava l'intenzione delle moglie di separarsi, l'avrebbe sbattuta contro un muro e un divano per poi iniziare a colpirla a pugni.

Le avrebbe strappato i vestiti tentando, dice ancora l'accusa, di strangolarla con questi per poi trascinarla in terra per i capelli. L'avrebbe colpita con un mattarello di legno sulla spalla destra e avrebbe ripreso a colpirla con calci e pugni. La donna, continua l'accusa, aveva riportato 15 giorni di prognosi per questa aggressione.

Altra contestazione erano le minacce che l'uomo avrebbe fatto alla moglie: in un caso, mentre lei parlava con i genitori al telefono, le avrebbe che l'avrebbe rispedita in una bara. Il pm ha chiesto e ottenuto la condanna a 2 anni e sei mesi per l'imputato. La vittima è assistita dall'avvocato Claudio Cegna. L'imputato è difeso dagli avvocati Luca Pascucci e Piero Montecchiari, che hanno annunciato di presentare ricorso in appello. (Gian. Gin.)

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