Busto Arsizio. Davide Fontana a processo: "Provo pentimento e vergogna. È giusto che io paghi".

Immagine della notizia (Immagine di FraLisso su Wikipedia Commons — CC BY-SA 4.0)

Busto Arsizio. Davide Fontana a processo: "Provo pentimento e vergogna. È giusto che io paghi".

"Provo pentimento e vergogna ogni singolo giorno, è giusto che io paghi". Davide Fontana ha deciso di parlare per chiedere scusa a tutti in aula in apertura dell'udienza del processo che lo vede imputato per l'omicidio di Carol Maltesi, nell'ambito del quale oggi, lunedì 28 novembre, sono state ascoltate le testimonianze degli operanti.

L'uomo, reo confesso, è stato rinviato a giudizio davanti alla Corte d'Assise di Busto Arsizio per l'assassinio della 26enne italo-olandese uccisa e fatta a pezzi a Rescaldina. Ora è chiamato a rispondere di omicidio aggravato, distruzione e occultamento di cadavere.

"Voglio chiedere scusa a tutti" - le parole che Fontana ha chiesto alla Corte di poter pronunciare prima che sul banco dei testi iniziassero a sfilare i Carabinieri che si sono occupati delle attività di indagine che hanno portato al suo arresto. "Ho fatto una cosa mostruosa, orribile. Ancora non mi spiego e non capisco come abbia potuto fare una cosa del genere. Provo pentimento e vergogna ogni singolo giorno, è giusto che io paghi e dal carcere voglio fare tutto il possibile per espiare. Spero un giorno che tutti possiate perdonarmi".

Già ad aprile Fontana, ascoltato dagli inquirenti in un interrogatorio fiume durato cinque ore si era dato più volte del vigliacco per non aver avuto il coraggio di chiamare subito le Forze dell'Ordine, come aveva riferito il suo legale all'Ansa. Davanti al GUP, invece, si era dichiarato pentito e aveva detto di non avere il coraggio di guardare in faccia i genitori di Carol.

Per lui la difesa durante la prima udienza del processo che lo vede imputato per l'omicidio di Carol Maltesi aveva chiesto alla Corte d'Assise di disporre una perizia finalizzata ad accertare la sua capacità di intendere e di volere al momento del fatto ed eventuali altri aspetti psicologici che potrebbero aver influenzato le sue azioni, depositando anche una consulenza tecnica dalla quale sono emersi "tratti personologici patologici di tipo ossessivo, narcisistico e dipendente che possono indicare un disturbo di personalità".

Sulla richiesta, alla quale si sono opposti i legali di parte civile per i quali al momento non ci sarebbero elementi che ne evidenzino la necessità, la Corte deciderà nel prosieguo della fase istruttoria del processo. (Leda Mocchetti)

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