Palermo. Omicidio Ruxandra Vesco. Torrente condannato a 15 anni. Aveva confessato, poi ritrattato.
Damiano Torrente, pescatore dell'Arenella, è stato condannato dalla Corte d'Assise di Palermo a 15 anni di reclusione per l'omicidio di Ruxandra Vesco.
Tre anni fa, Torrente fece ritrovare i resti della donna, sparita nel nulla dal 2015, la cui scomparsa non era stata neppure mai denunciata. Condusse i Carabinieri nei pressi di in un dirupo del Monte Pellegrino, dove era sepolto un sacco nero che conteneva ciò che rimaneva della vittima.
L'uomo confessò ai militari di aver strangolato e uccidere la donna, 33enne all'epoca dei fatti, per poi occultarne poi il cadavere. Poche ore dopo quella rivelazione, tuttavia, lo stesso Torrente ritrattò sostenendo di essere sotto l'effetto di droghe mentre raccontava la versione iniziale.
Il suo difensore, durante il processo, ha più volte messo in evidenza che, come è emerso anche da una perizia, il proprio assistito avrebbe una personalità "narcisista" che lo porterebbe facilmente a fare proprie le storie ascoltate da altri.
In seguito era anche emerso che, già qualche tempo prima, l'imputato si era autoaccusato di aver commesso diversi omicidi che, in realtà, come fu accertato, non aveva compiuto.
Questo però non ha evitato la condanna. La pubblica accusa, che sosteneva l'omicidio volontario e la veridicità della prima versione, aveva chiesto la pena a 25 anni. La Corte però ha optato per il riconoscimento delle attenuanti generiche e la condanna a 15 anni.