Castiglione. Omicidio Yana. La rivelazione di Dima alla sorella: "L'ho uccisa come lei ha ucciso me".

Immagine della notizia (Immagine di Massimo Telò (Teseo) su it.wikipedia.org — CC BY-SA 3.0)

Castiglione. Omicidio Yana. La rivelazione di Dima alla sorella: "L'ho uccisa come lei ha ucciso me".

"Ho ammazzato Yana come lei ha ammazzato me". È questo che venerdì scorso Dumitru Stratan, 33 anni, avrebbe rivelato alla sorella Cristina. Avrebbe ucciso la sua ex, Yana Malayko, 23 anni.

In casa di Cristina, dove la vittima era ospite, c'è il sangue di Yana, ma non il corpo. Da quel giorno si continua inutilmente a cercarlo. Dumitru è in carcere a Mantova. In 27 pagine d'ordinanza di custodia, il gip Antonio Serra Cassano lo accusa di un delitto meditato, preparato e compiuto, oltre che di occultamento di cadavere.

"Yana – ha messo a verbale il nuovo compagno – mi riferiva che Dima (il soprannome di Dumitru, ndr) aveva confessato di essere deluso, l'aveva chiamata traditrice e aveva aggiunto che qualora avesse intrattenuto una relazione con un uomo conosciuto da entrambi, lui l'avrebbe uccisa. Era la prima volta che Dima la minacciava. Ma durante la relazione aveva alzato le mani su di lei un paio di volte".

L'ordinanza del gip è anche un terribile racconto. Verso la mezzanotte e mezza fra giovedì e venerdì, Yana è in casa del nuovo fidanzato. Riceve in sequenza sei telefonate e un numero imprecisato di sms. È opera di Dumitru. Lui dice di avere ancora con sé il cane di lei, che non sta bene. Dima vorrebbe riconsegnarlo a Yana nell'appartamento di Cristina.

La giovane accetta quello strano appuntamento. Proprio in quell'occasione l'avrebbe uccisa. Dumitru commette una serie di errori grossolani, fissati dalle telecamere del palazzo e della zona. Poco dopo le 5 esce trascinando un voluminoso involucro azzurro, all'apparenza pesante. L'uscita con quel fardello dalla porta che dà sul parcheggio del condominio. Il ritorno, fissato dalle immagini, questa volta dalla porta principale. La comparsa della sua Mercedes coupé nera dall'ingresso carraio.

La vettura poi si allontana. La meta è la località Valle, zona di boschi, prati, un laghetto, un pozzetto artificiale. La tomba di Yana Malayko sarebbe ancora lì, nascosta. Poi, dopo averle parlato di "cose normali", la confessione agghiacciante alla sorella. Cristina avverte i Carabinieri. I militari lo fermano. Sul dorso delle mani i graffi freschi, forse lasciati da arbusti mentre occultava il cadavere. Nell'alloggio della sorella il giaccone infangato. E tracce del sangue di Yana. Per ora tutto quello che rimane di lei.

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