Castegnato. Omicidio Elena Casanova. Ergastolo Galesi: Non ci fu premeditazione, ma delitto "atroce e disumano".

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Castegnato. Omicidio Elena Casanova. Ergastolo Galesi: Non ci fu premeditazione, ma delitto "atroce e disumano".

"Atrocità e disumanità". Sono queste le parole che descrivono l'omicidio di Elena Casanova, nelle motivazione della sentenza di condanna all'ergastolo, con isolamento diurno per sei mesi, inflitta a Ezio Galesi, il 59enne che, il 20 ottobre di due anni fa uccise a martellate l'ex compagna 49enne, davanti alla abitazione della donna a Castegnato (Brescia).

Non ci fu premeditazione ma, scrivono i giudici, il delitto causò alla vittima "sofferenze aggiuntive". Elena Casanova ebbe un'agonia che durò diversi minuti, colpita alla testa con 16 martellate, come ha rilevato l'autopsia.

Una sofferenza che si era protratta, poiché impossibilitata a difendersi dalla furia dell'uomo che, dopo i delitto, attese, martello in mano e sigaretta in bocca, l'arrivo delle forze dell'ordine, ammettendo, in dialetto bresciano, di averla uccisa.

I giudici ritengono che l'omicidio sia maturato dall'incontro fortuito dei due all'Obi di Castegnato: una casualità che avrebbe scatenato in Galesi, "persona dai tratti personologici, una reazione esplosiva e abnorme".

Il delitto non sarebbe dunque maturato nel tempo, nelle intenzioni dell'uomo, mancando la "perseveranza della scelta criminale", e anche "l'esistenza di un ampio intervallo di tempo tra l'insorgere dell'intento omicidiario e la sua attuazione".

Galesi avrebbe "preordinato" l'assassinio di Elena Casanova procurandosi il martello e preparando l'agguato letale alla vittima, da lui poi denigrata anche in aula durante le fasi del processo che lo ha condannato al "fine pena mai".

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