Bologna. Omicidio Isabella Linsalata. Amato resta in carcere: "Aveva organizzato il delitto perfetto".

Immagine della notizia (Immagine di Depositphotos)

Bologna. Omicidio Isabella Linsalata. Amato resta in carcere: "Aveva organizzato il delitto perfetto".

Giampaolo Amato potrebbe uccidere ancora. Date le sue "straordinarie capacità manipolatorie e ideative di complessi piani criminosi" e, per contro, la sua "incapacità di accettare che le cose vadano in maniera diversa dalla sua volontà", potrebbe adoperarsi per procurarsi altri farmaci letali, benché sospeso dal lavoro.

Per questo motivo e altri ancora, il tribunale del Riesame lo scorso 24 aprile ha deciso di rigettare il ricorso presentato dagli avvocati del noto oculista e medico dello sport di 64 anni accusato di avere ucciso con un cocktail letale di farmaci (Midazolam, una benzodiazepina, e sevoflurano, un anestetico ospedaliero), il 31 ottobre 2021, la moglie Isabella Linsalata, 62 anni.

I suoi difensori, gli avvocati Gianluigi Lebro e Cesarina Mitaritonna, avevano contestato più punti dell'ordinanza di custodia cautelare con cui il giudice per le indagini preliminari Claudio Paris ne aveva disposto l'arresto: tra questi, l'insussistenza di un rischio di inquinamento delle prove e di reiterazione del reato dall'indagato, nonché il suo comportamento corretto negli interrogatori e nel resto della sua vita professionale e familiare durante le indagini.

Per i giudici, invece, il medico "lungi dall'aver agito sotto impulso irrefrenabile, ha freddamente organizzato un omicidio che si avviava a essere il 'delitto perfetto'" se solo fosse riuscito a ottenere la cremazione della salma della coniuge. Una richiesta contraria alle convinzioni religiose di lei e che pure lui formulò "trovando, a poche ore dal decesso, la freddezza di mentire ai suoi familiari", spacciandola per una volontà della defunta.

La pericolosità dell'indagato si anniderebbe inoltre nella sua "straordinaria capacità di accreditarsi agli occhi degli altri, mistificando la realtà e negando fatti accaduti fino ad autoconvincersi", al punto da riuscire a "controllare le persone a lui legate", come la moglie, che gli perdonava i tradimenti e anche le somministrazioni di sonnifero a sua insaputa.

Stesso effetto anche sull'amante che, nonostante episodi di violenza e i veri e propri "atti persecutori" rilevati dalle intercettazioni di chiamate e messaggi tra i due durante le indagini, non lo denunciava per non metterlo in difficoltà. Proprio lo stalking è, per il collegio, un delitto "meno efferato dell'omicidio, ma pur sempre di gravità" tale da ritenere una volta in più che l'indagato debba restare in cella. Neppure i domiciliari col braccialetto elettronico potrebbero infatti impedirgli di colpire ancora. (Federica Orlandi)

Cara/o utente, spero tu abbia apprezzato il contenuto di questa pagina.

FemminicidioItalia.info è un progetto informativo nato nei primi mesi del 2019 dedicato alla raccolta di dati e notizie su casi recenti e passati di femminicidio in Italia, nonché sul fenomeno della violenza sulle donne nel nostro paese.

Nel corso del tempo lo sviluppo del sito è aumentato a dismisura. Le pagine sono diventate centinaia e le voci di approfondimento sono costantemente monitorate per fornire gli ultimi aggiornamenti. Teniamo traccia delle notizie e riportiamo quelle più importanti avendo sempre cura di citare le fonti per ringraziare i giornalisti del loro arduo lavoro.

Tuttavia la gestione del progetto è diventata anche più complessa e dispendiosa. Se credi nella bontà del nostro operato e ti va di contribuire, potresti darci una mano oppure considerare di effettuare una donazione. Anche una piccola somma può significare un grande aiuto affinché il sito rimanga in vita e continui a essere aggiornato. Grazie.