Ramacca. Vera Schiopu. Il compagno non parla mentre l'amico racconta la sua versione: "Avevano litigato"...

Immagine della notizia (Immagine di Azotoliquido su it.wikipedia.org — CC BY-SA 3.0)

Ramacca. Vera Schiopu. Il compagno non parla mentre l'amico racconta la sua versione: "Avevano litigato"...

È avvenuto stamattina l'interrogatorio di garanzia nell'ambito dell'inchiesta sulla morte di Vera Schiopu, la 25enne moldava trovata impiccata tre giorni fa in una casolare di contrada Sferro a Ramacca, nel Catanese.

Il compagno, Gheorghe Ciprian Apetrei, 33 anni, si è avvalso della facoltà di non rispondere, mentre il suo amico, Costel Balan, 31 anni, ha parlato e ribadito la sua estraneità ai fatti contestati, fornendo la sua verità.

Balan davanti al gip di Caltagirone ha ricostruito la giornata della morte della 25enne che viveva con il 33enne in un casolare che gli aveva dato in uso per potere svolgere il ruolo di custode del fondo, visto che in passato aveva subito dei furti. Secondo la sua versione, i due erano spesso ubriachi e lo sarebbero stati anche sabato scorso quando, durante un litigio all'aperto, la donna sarebbe caduta a terra e avrebbe sbattuto la testa, perdendo del sangue.

Però, conoscendo la ritrosia della 25enne a parlare del rapporto con il suo fidanzato, Balan è andato via, lasciando entrambi sul posto. Poi, lo stesso 31enne ha spiegato in dettaglio gli spostamenti fatti quel giorno: dalle 13.00 alle 17.00 è stato a Paternò con degli amici di cui ha fornito l'identità.

Poi è tornato in campagna, intorno alle 17.20, e ha visto Apetrei ubriaco cercare la sua fidanzata. In quei frangenti, ha sentito urlare dal casolare, dove è stato trovato il corpo della donna. Si è recato sul posto e ha visto la 25enne con la corda attorno al collo per quello che sembrava un suicidio, ma che per la Procura è stata soltanto una messa in scena, e ha chiamato i soccorsi per fare arrivare un'ambulanza.

Con il personale del 118 sono arrivati i Carabinieri che hanno subito sospettato che fosse una simulazione. I successivi rilievi dei militari della Sezione investigazioni scientifiche del comando provinciale di Catania e del medico hanno confermato le prime ipotesi: la donna non si sarebbe suicidata e quella era una messa in scena. (Giornale di Sicilia)

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