Brescia. Omicidio Giusy Di Luca. Le motivazioni: "Delitto premeditato e rivendicato con orgoglio".

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Brescia. Omicidio Giusy Di Luca. Le motivazioni: "Delitto premeditato e rivendicato con orgoglio".

"Ti ho ucciso tua madre, proprio come ti ho promesso...l'ho copada, l'ho copada". L'uomo non ha esaurito la propria energia distruttiva nell'agguato mortale teso alla moglie, lasciata agonizzante lungo le scale della casa di Agnosine, ma ha infierito sulle figlie sfogando anche su di loro il livore accumulato rivendicando con orgoglio misto a sadismo l'uccisione della genitrice al cospetto della figlia in dormiveglia.

Lo si legge nelle motivazioni della condanna all'ergastolo inflitto lo scorso 13 luglio a Paolo Vecchia, il 52nne operaio di Sabbio Chiese che il 13 settembre 2021, incapace di accettare la separazione, ha massacrato a coltellate la moglie, Giuseppina Di Luca, 46 anni, fuori dalla sua nuova casa, ad Agnosine in provincia di Brescia.

I giudici della Corte d'Assise di Brescia hanno ritenuto fondato l'omicidio aggravato dalla premeditazione, ma anche i maltrattamenti. "Gli episodi in parola, unitamente alle espressioni rozze e gratuitamente degradanti con cui Vecchia ha annunciato in modo superbo l'uccisione della vittima appaiono talmente esecrabili e grette da fornire di per loro un solido puntello al reato di maltrattamento".

"Condotte così deplorevoli - continua il presidente Roberto Spanò in 43 pagine - non possono aver costituito frutto dell'improvvisazione, quanto la manifestazione di un substrato umano irrispettoso e prevaricatore, sintomatico di radicato atteggiamento vessatorio".

Idem per la premeditazione: stando a Vecchia, era andato dalla ex solo per convincerla a tornare a casa, non per ucciderla. Una giustificazione "tardiva e posticcia... Appare del tutto inverosimile l'utilizzo dei coltelli come armi da convincimento".

Quanto al comportamento tenuto dopo il delitto, stride con una perdita di controllo: "Vecchia non solo non ha prestato soccorso alla vittima, ma ha completato con algida lucidità il proposito vendicativo, rivendicando dinnanzi alle figlie orgogliosamente l'uccisione della madre". L'unica aggravante non riconosciuta dalla Corte è quella della crudeltà. (di Beatrice Raspa - ilgiorno.it)

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