Tombolo. Omicidio Liliana Cojita. La confessione del coinquilino: "Ho perso la testa e l'ho strangolata".

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Tombolo. Omicidio Liliana Cojita. La confessione del coinquilino: "Ho perso la testa e l'ho strangolata".

Liliana Cojita era nata in Romania il 1º novembre del 1967. Ancora qualche giorno e avrebbe compiuto 56 anni. All'interno dell'appartamento di via Vittorio Veneto a Tombolo viveva da circa 6, massimo 7 mesi. La donna, che al momento era senza lavoro, si era trasferita a Tombolo per stare vicina alla sorella, che vive nella frazione di Onara, con la famiglia affetta da problemi di salute.

Da una prima ricostruzione dei fatti tra la vittima e il marocchino, Youssef Maid, sarebbe scoppiata una furibonda lite per futili motivi. Sta di fatto che il nordafricano avrebbe preso per il collo la donna fino a soffocarla. Non appena si è reso conto della gravità del gesto e che la donna era morta, è uscito di casa e si è recato in caserma per costituirsi. «Ho ucciso una donna, è in appartamento, non so cosa mi sia capitato. Abbiamo litigato e ho perso la testa».

Queste le parole che l'uomo avrebbe pronunciato ieri, 21 settembre, ai militari che l'hanno accolto in caserma all'ora di pranzo. Nella casa è stato rinvenuto il corpo senza vita della donna, mentre il medico legale non ha potuto far altro che constatarne l'avvenuto decesso. La salma è stata portata all'istituto di Medicina legale dell'ospedale di Cittadella e posta a disposizione dell'autorità giudiziaria.

Gli investigatori dell'Arma stanno ora cercando di capire cosa abbia portato l'uomo a stringere le mani al collo della vittima fino a toglierle il fiato. Si indaga sulla sfera sentimentale dei due, sulle possibili gelosie emerse negli ultimi tempi, ma anche sulla possibilità che la donna avesse deciso di lasciarlo. Nei paraggi dell'appartamento qualcuno ha sentito delle urla.

L'episodio sarebbe isolato. Tra i due nel recente passato non si sarebbero verificate situazioni degne di nota o comunque che meritassero l'intervento delle forze dell'ordine. (di Cesare Arcolini - PadovaOggi)

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