Acireale. Omicidio Agata Scuto. Il PM chiede la condanna all'ergastolo per Rosario Palermo.

Immagine della notizia (Immagine di Gorup de Besanez su Wikimedia Commons — CC BY-SA 4.0)

Acireale. Omicidio Agata Scuto. Il PM chiede la condanna all'ergastolo per Rosario Palermo.

Inizia con la lettura di un brano di Leonardo Sciascia e finisce con una citazione da Delitto e castigo di Fëdor Dostoevskij la requisitoria del pubblico ministero Francesco Puleio che, dopo avere ripercorso il processo per l'omicidio e l'occultamente del cadavere di Agata Scuto, ha chiesto la pena dell'ergastolo per Rosario Palermo.

Ieri l'imputato ha rinunciato a essere presente nell'aula del tribunale di Catania. L'uomo era il compagno della madre della vittima, 22enne invalida di Acireale, scomparsa dalla mattina del 4 giugno del 2012 e il cui corpo non è mai stato ritrovato.

Per il sostituto procuratore «non si può dubitare che sia morta» e «non c'è alternativa al fatto che il responsabile sia Rosario Palermo che l'ha uccisa perché Agata era incinta e il padre del nascituro era lui». Una tesi a supporto della quale il PM ha messo in fila diversi elementi nel corso delle oltre tre ore di requisitoria.

«Agata era una ragazza con un'invalidità fisica e un disagio psicologico grave. Aveva una gravidanza su cui non ci sono prove, ma che si deduce dalla testimonianza della madre Mariella a cui la giovane avrebbe confidato di non avere più il ciclo mestruale, da una frase scritta sul suo diario "Mamma cornuta"», sottolinea il PM.

«Ed è proprio la madre, mentre parla al telefono con una nipote nell'ottobre del 2020, ad ammettere quello che è diventato più di un sospetto: "È stato qualcuno di cui Agata si fidava. E lei di Rosario si fidava. Lei era fissata con Rosario e lui una volta se l'è portata a Capomulini», (borgo marinaro, frazione di Acireale). Per il sostituto procuratore, a provare l'esistenza di un rapporto confidenziale tra la vittima e l'imputato ci sarebbero anche vari altri elementi.

Palermp, nonostante continui a proclamarsi innocente, durante il suo interrogatorio ha ammesso di avere tentato di depistare le indagini e di crearsi un falso alibi. Azioni che, per la difesa, l'uomo avrebbe compiuto per il timore di essere individuato come il responsabile. (di Marta Silvestre - MeridioNews)

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