Cassazione. Omicidio Lidia Peschechera a Pavia. Definitivi i 20 anni di reclusione per l'ex compagno Alessio Nigro.

Immagine della notizia (Immagine di Mister No su Panoramio e Wikimedia Commons — CC BY-SA 3.0)

Cassazione. Omicidio Lidia Peschechera a Pavia. Definitivi i 20 anni di reclusione per l'ex compagno Alessio Nigro.

La Corte di Cassazione ha confermato i 20 anni di reclusione per Alessio Nigro, il 30enne responsabile dell'omicidio dell'ex compagna Lidia Peschechera, 49 anni.

Gli ermellini si sono espressi ieri, rigettando il ricorso della difesa dell'imputato e confermando la sentenza di secondo grado. Nigro, originario di Sant'Angelo Lodigiano, era stato condannato in primo grado a 20 anni dalla Corte d'Assise di Pavia nel luglio del 2022. La sentenza era stata poi confermata in Corte d'Appello nello scorso mese di marzo.

Lidia Peschechera era stata uccisa il 12 febbraio 2021, nella sua abitazione in via Depretis a Pavia, casa in cui aveva accolto Nigro. I due avevano avuto una relazione e, dopo che l'uomo aveva trascorso un periodo all'estero, avevano riallacciato i rapporti. Il giorno dell'omicidio Nigro era atteso al Sert di Treviglio per un appuntamento, tuttavia in treno aveva bevuto eccessivamente e si era addormentato, mancando l'incontro e dovendo quindi rientrare a Pavia.

Aveva avvisato la convivente della situazione e tra i due era sorta una discussione. Il litigio in casa si era fatto violento e, al culmine dell'alterco, i due erano finiti nella vasca da bagno, dove Nigro aveva strozzato la donna. Per i quattro giorni successivi, l'omicida era rimasto in casa con il corpo senza vita della vittima, bevendo e uscendo solo per acquistare da mangiare e bere con la carta di credito di lei. Poi era fuggito a Milano, raggiungendo un albergo dove era stato rintracciato e bloccato dalle forze dell'ordine.

Nelle motivazioni della sentenza è stato ricordato come Nigro, quando era rientrato in Italia, avesse ripreso i contatti con Peschechera e fosse andato ad abitare con lei per non ritrovarsi a vivere per strada. Nella pena era stato conteggiato anche l'uso indebito della carta di credito della donna, ma non il furto, reato per cui Nigro era stato assolto. Il legale di Nigro, Giovanni Caly, ha commentato: "Penso che sia una sentenza giusta in ogni caso". (di Nicoletta Pisanu - Il Giorno)

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