Cassazione. Omicidio Khrystyna Novak a Orentano. Confermata la condanna a 24 anni per Francesco Lupino.
I futili motivi erano il punto centrale, il motivo principale, del ricorso in Cassazione della difesa di Francesco Lupino. E sul punto gli ermellini hanno accolto il ricorso dell'avvocato Antonio Bertei, pur lasciando intatto l'apparato sanzionatorio per il killer reo confesso di Khrystyna Novak.
Un'aggravante, quella dei futili motivi, che aveva resistito anche al processo di secondo grado davanti alla Corte d'Appello di Firenze, e che il legale puntava a fare cadere con l'obiettivo di ottenere un ulteriore sconto di pena.
"Tutte le ragioni dell'omicidio non sono emerse" – aveva spiegato l'avvocato Bertei. "Ma è certo emerso dai processi che Khrystyna Novak minacciò Lupino di rilevare i suoi traffici illeciti. Da qui, riteniamo, che non possa sussistere l'aggravante dei futili motivi". E questo aspetto, si apprende, è stato accolto dalla Cassazione.
Ma niente ulteriore sconto alla pena inflitta dalla Corte d'Appello. "Tuttavia – dice l'avvocato Bertei – questo pronunciamento è importante perché ci apre altre strade che ora non posso anticipare". In primo grado Lupino, tatuatore di Corte Nardi a Orentano (Pisa), venne condannato a 29 anni di carcere. Nel gennaio scorso la pena era stata poi diminuita a 24 anni.
Lupino – secondo quanto ricostruito dalle indagini della Squadra Mobile di Pisa – uccise la giovane 29enne ucraina con un colpo di pistola alla testa, quando lei lo minacciò di raccontare tutto. Del resto lei sapeva tutto. Era stata lei a spingere il fidanzato Airam Gonzales ad interrompere i traffici illeciti che aveva messo in piedi con Lupino.
In realtà non sappiamo cosa si dissero, e se davvero si dissero qualcosa. È certo che l'uomo la mise a tacere per sempre, e si disfece del corpo senza vita. Trasformandola in un fantasma che fu oggetto di intense ricerche e di appelli arrivati anche alla trasmissione "Chi l'ha visto?". (di Carlo Baroni - la Nazione)