Palermo. Confessò l'omicidio di Ruxandra Vesco: È definitiva la condanna per Damiano Torrente.
Il ricorso è stato rigettato, la sentenza diventa definitiva. Damiano Torrente, pescatore della borgata palermitana dell'Acquasanta, uccise la 38enne Ruxandra Vesco, sparita nel nulla nel 2015. Il suo corpo senza vita della vittima fu ritrovato due anni dopo, su indicazione dello stesso imputato, dentro un sacco lanciato giù da Monte Pellegrino.
Torrente deve scontare una condanna a 15 anni di carcere, meno dei 25 chiesti dalla Procura generale. Nessuno aveva denunciato la scomparsa della donna, il cui nome saltava fuori di tanto in tanto in qualche truffa. Poi arrivò la confessione del pescatore. Disse di averla strangolata e di avere fatto sparire il corpo, portandolo in auto sul promontorio che sovrasta Palermo. Inutile la sua successiva ritrattazione.
I giudici hanno concesso all'imputato, difeso dall'avvocato Alessandro Musso, le attenuanti generiche. Torrente parlò inizialmente dell'omicidio ad un prete. "Voleva denunciarmi e l'ho uccisa. Lei voleva trasferirsi a casa mia, ma minacciava di denunciarmi dicendo che io facevo il magnaccia", raccontò l'imputato.
Che poi si rimangiò tutto. "Io Alexandra Vesco non l'ho mai conosciuta, io ho conosciuto la sua storia, io ho raccontato la sua storia. Mi era stato riferito e mi era stato indicato come posto, io sono stato così stupido da fare ritrovare quello per una cosa mia, una cosa cristiana".
Nessun riscontro alla sua ritrattazione. Nessun dubbio sulla sua capacità di intendere e volere. Ha retto la sua prima e drammatica confessione ricca di particolari. (di Riccardo Lo Verso – LiveSicilia)