Iglesias. Continuano le ricerche di Francesca Deidda. "Il marito Igor Sollai aveva un'altra relazione".

Immagine della notizia (Immagine di Misterflame2001 su Wikimedia Commons — CC BY-SA 4.0)

Iglesias. Continuano le ricerche di Francesca Deidda. "Il marito Igor Sollai aveva un'altra relazione".

Un rastrellamento ad ampio raggio nella zona di San Sperate, a una ventina di chilometri da Cagliari, e non solo, sarà pianificato nelle prossime ore dai Carabinieri di Iglesias al lavoro nel tentativo di trovare il corpo di Francesca Deidda, la 42enne scomparsa dallo scorso mese di maggio.

Per il pm Marco Cocco e per gli investigatori, la donna è stata uccisa dal marito, Igor Sollai, autotrasportatore di 43 anni, finito in cella per omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. L'uomo, secondo l'accusa, avrebbe assassinato la moglie, nascosto il cadavere e per settimane, utilizzando il telefonino della consorte, si sarebbe sostituito a lei con amici, parenti e colleghi di lavoro.

Il 30 giugno il fratello della donna e una collega hanno presentato una formale denuncia di scomparsa, facendo scattare le indagini. Dopo il fermo del 43enne e la sua scena muta davanti al Gip che ha convalidato il provvedimento del pm, i Carabinieri intendono trovare il corpo della donna.

Nelle prossime ore sarà organizzata una ampia battuta in cui saranno coinvolti i Cacciatori di Sardegna, i militari della Compagnia di Iglesias, i colleghi del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Cagliari, i Vigili del fuoco e la Protezione civile. Le ricerche si concentreranno nei luoghi in cui si è attivata la cella del cellulare di Francesca Deidda, quel telefonino, mai trovato, che Igor Sollai avrebbe utilizzato per sostituirsi a lei.

Il 43enne, da quanto si apprende, aveva un'altra relazione. Nei giorni successivi alla scomparsa della moglie avrebbe risposto a numerosi messaggi di parenti e amici, arrivando a mandare una mail al call center in cui la moglie lavorava per farla licenziare.

Una collega di Francesca Deidda gli avrebbe teso una trappola: gli avrebbe mandato un messaggio dicendo che anche un'altra collega si era licenziata, ma avrebbe usato un nome di fantasia inesistente. L'interlocutore dall'altro capo del telefono non si è accorto di nulla, rispondendo solo che gli dispiaceva. Anche questo elemento è finito sul tavolo dei Carabinieri che venerdì scorso sono andati ad ammanettare Sollai. (ANSA)

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