Modena. Omicidio Gabriela e Renata Trandafir. Chiesta la condanna all'ergastolo per Montefusco.
L'omicidio di Gabriela e Renata Alexandra Trandafir è mosso da due grandi moventi. «Uno è sicuramente l'odio. L'altro è legato al destino della casa, ed è il movente economico. Entrambi questi filoni sono stati presenti in tutto il processo».
Queste le parole del pm Giuseppe Di Giorgio, pronunciate ieri mattina nel corso processo che vede l'imprenditore Salvatore Montefusco – assistito dall'avvocato Marco Rossi – accusato di avere ucciso a fucilate la moglie Gabriela Trandafir, 47 anni, e la figlia di lei, Renata, il 13 giugno 2022 a Castelfranco Emilia.
Una lunga arringa che si è conclusa con la richiesta più pesante: quella dell'ergastolo e dell'isolamento diurno per tre anni. Il pm ha elencato tutte le aggravanti che, secondo la pubblica accusa, pendono sull'imputato.
Per l'omicidio della moglie: la premeditazione, la crudeltà, il fatto che fossero sposati, l'aver commesso il fatto davanti a un minore (il figlio 16enne dei due) e il fatto che il resto si sia consumato in un contesto di maltrattamenti. Per l'uccisione della figlia: la crudeltà, i maltrattamenti e la premeditazione.
Il giorno dopo il duplice femminicidio, si sarebbero dovute tenere due udienze. Una era quella per la separazione, l'altra per il procedimento che vedeva l'imprenditore indagato per il reato di maltrattamenti nei confronti delle due donne, che lo avevano denunciato. Per quel procedimento il pm aveva chiesto l'archiviazione ma le due vittime si erano opposte. (di Stefania Piscitello – Gazzetta di Modena)