Gravina in Puglia. Da fuoco alla moglie, poi la aggredisce. La donna muore in ospedale e lui viene arrestato.
Ha prima dato fuoco all'auto dove si trovava sua moglie, poi, quando la donna è riuscita a fuggire, l'ha aggredita nuovamente, schiacciandola con il proprio corpo e tentando di soffocarla. È successo la notte del 6 ottobre, in agro di Gravina in Puglia (Bari).
Con l'accusa di omicidio, la Polizia ha arrestato Giuseppe Lacarpia, un pregiudicato 65enne del posto. La vittima, Maria Arcangela Turturo, 60 anni, poco prima di morire ha accusato il marito di aver tentato di ucciderla, riferendo che le aveva «messo le mani alla gola».
La donna è stata trovata dopo una segnalazione di incidente stradale lungo la strada vicinale dei Pigni, il 6 ottobre 2024, intorno all'1.40 del mattino. La Polizia ha trovato una Fiat Panda avvolta dalle fiamme e ferma trasversalmente sulla carreggiata. Una squadra di Vigili del Fuoco era già impegnata a spegnere l'incendio.
Nonostante fosse visibilmente sofferente, la donna era cosciente e ha dichiarato a uno degli agenti che suo marito aveva cercato di ucciderla, dicendo: «Mi voleva uccidere... mi ha messo le mani alla gola». Turturo è stata trasportata d'urgenza all'ospedale della Murgia, dove è deceduta poche ore dopo a causa delle gravi ferite riportate.
Lacarpia, marito della donna, era sul posto e ha dichiarato di aver perso il controllo del veicolo, causando così l'incendio, e di aver estratto la moglie dall'auto. Tuttavia, ulteriori indagini e le dichiarazioni della vittima hanno fatto emergere la responsabilità dell'uomo nell'aggressione e nell'omicidio.
Alla vicenda avrebbero assistito alcuni testimoni, uno dei quali ha anche girato un video con il proprio cellulare. La donna è stata quindi soccorsa da personale del 118 e, prima di morire in ospedale, è riuscita a raccontare alla Polizia e a sua figlia che cosa era successo. Lacarpia si trova adesso nel carcere di Bari. La Procura (con il procuratore aggiunto Ciro Angelillis) gli contesta l'omicidio volontario aggravato dal vincolo familiare e dalla premeditazione. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
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