Anzola Emilia. Omicidio Sofia Stefani. Scarcerato Gualandi: "Non c'è pericolo di reiterazione del reato".

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Anzola Emilia. Omicidio Sofia Stefani. Scarcerato Gualandi: "Non c'è pericolo di reiterazione del reato".

La consulenza balistica depositata dal Ris segnerebbe un punto a favore di Giampiero Gualandi, il commissario capo dei vigili di Anzola Emilia che il 16 maggio scorso ha sparato e ucciso l'ex collega 33enne Sofia Stefani. L'uomo, che era in carcere, ha ottenuto gli arresti domiciliari dal gip Domenico Truppa, su richiesta del suo difensore Claudio Benenati.

La Procura però, con il pm Stefano Dambruoso e la procuratrice aggiunta Lucia Russo, ha impugnato il provvedimento chiedendo nuovamente il carcere. Il gip, pur riconoscendo la sussistenza dell'impianto accusatorio basato sull'omicidio volontario pluriaggravato, ha concesso i domiciliari riconoscendo che non ci sarebbe il pericolo di reiterazione del reato.

Infatti, il movente principale di Gualandi sarebbe stato quello di mettere fine alla relazione che intratteneva da circa un anno con la vittima, che lui aveva provato più volte a lasciare senza riuscirci per le pressioni della donna. Venuta a mancare la vittima, secondo il gip, non sussisterebbe più il pericolo di reiterazione.

La versione dell'indagato è sempre stata quella di un colpo partito accidentalmente dalla pistola d'ordinanza. Una dinamica che non ha mai convinto la Procura, che ritiene inverosimile che il caricatore si sia armato accidentalmente. Quella pistola, inoltre, non avrebbe dovuto essere sulla scrivania del vigile, visto che aveva un ruolo amministrativo, non girava armato e non c'erano esercitazioni programmate al poligono.

Adesso, però, i primi risultati della perizia balistica dei Ris concludono per una traiettoria che potrebbe essere compatibile con la versione dell'indagato, ovvero che il proiettile sia stato esploso durante una colluttazione. Ma tali risultanze non hanno fornito certezze sufficienti per la Procura, che ha chiesto ai periti di rispondere ad ulteriori quesiti.

I Carabinieri del Ris, comunque, hanno chiarito anche che questi primi risultati sono ancora parziali, in attesa che arrivino anche le conclusioni dell'autopsia e degli ulteriori accertamenti di tipo genetico sull'arma, per verificare se sia presente il DNA della donna.

Per l'accusa, e anche per il tribunale del Riesame che aveva rigettato una prima richiesta di scarcerazione, Gualandi avrebbe inscenato l'aggressione di Stefani, al fine di simulare un delitto accidentale. A sostegno di questa tesi, la Procura ha raccolto una serie di indizi, a partire dalla scena del delitto e dal comportamento del vigile subito dopo lo sparo. Indizi che, per il gip, resistono tutti, ma le esigenze cautelari sarebbero soddisfatte dagli arresti domiciliari. (di Andreina Baccaro – Corriere.it)

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