Padova. Omicidio Nicoleta Rotaru. La testimonianza di un'amica: "Insultata e costretta ad abortire".

Immagine della notizia (Immagine di Zairon su Wikimedia Commons — CC BY-SA 4.0)

Padova. Omicidio Nicoleta Rotaru. La testimonianza di un'amica: "Insultata e costretta ad abortire".

Ieri, in Corte d'Assise a Padova, si è celebrata nuova udienza del processo per il femminicidio di Nicoleta Rotaru, 39 anni. Accusato di averla uccisa, il 2 agosto 2023, è l'ex marito Erik Zorzi. Secondo gli inquirenti, l'uomo avrebbe inscenato il suicidio della compagna.

Nel corso del dibattimento è emerso che, nel 2021, la vittima era rimasta incinta per la terza volta, ma il convivente l'avrebbe costretta ad abortire. Lo aveva confidato la stessa donna alle amiche. «Siamo amiche dai tempi del liceo. Mi raccontava che il marito era possessivo e geloso e che, negli ultimi tempi, stavano nella stessa casa solo per il bene delle bambine. La offendeva. Le diceva "sei una puttana moldava"».

La testimone ha poi aggiunto: "Le avevo detto di rivolgersi alle forze dell'ordine, ma lei mi rispondeva che lo aveva fatto. E che finché non avevano prove, non potevano fare nulla. Quando Nicoleta è morta, sono stata da loro e ho detto che non si era suicidata e che era stata sempre minacciata. I carabinieri mi hanno risposto che non c'era nessuna denuncia da parte sua".

Una vicina di casa, in aula, ha raccontato che Nicoleta le aveva detto che era rimasta incinta perché ogni tanto era costretta a concedersi per la pace familiare. "Una sera erano intervenuti i carabinieri su mia chiamata. Poco prima mi aveva telefonato Nicoleta, molto provata dopo un lite con il marito. La linea era caduta, lei non rispondeva, e io ero preoccupata".

«I carabinieri – ha continuato la testimone dinanzi alla Corte – suonarono il campanello di casa mia, dicendo che lei dormiva ed era tutto a posto con il marito. Io risposi: "Sappiate che se succederà qualcosa alle bambine e alla signora, l'avrete sulla coscienza"». E infine ha aggiunto: "Lei voleva separarsi ma nel modo meno pesante possibile sia per le bambine sia per il loro papà. Zorzi era terrorizzato al pensiero di perdere le bambine, la minacciava anche di morte. In quel periodo mi aveva confessato di avere paura di morire". (Telenuovo)

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