Chieti. Slitta la sentenza del processo sulla morte di Alina Cozac: La Corte dispone una superperizia.
Doveva essere il giorno della sentenza in Corte d'Assise a Chieti per il processo sulla morte di Alina Cozac, ma il presidente Guido Campli, il giudice togato Luca De Niniis e gli altri giurati hanno scelto di affidarsi ad una superperizia per superare i tanti contrasti presenti nelle due consulenze medico scientifiche, quella dell'accusa e quella della difesa.
Per la Corte non ci sono gli elementi sufficienti per definire in totale serenità una sentenza. Le consulenze sono troppo contrastanti tra di loro per stabilire oltre ogni ragionevole dubbio se Alina Cozac sia deceduta per cause naturali o per un'azione di asfissia meccanica violenta, la cui responsabilità sarebbe da attribuire all'unico imputato, il compagno Mirko De Martinis. La 40enne era deceduta in casa a Spoltore la notte del 22 gennaio 2023.
"Soddisfatto per questa decisione – ha dichiarato l'avvocato dell'imputato – segno evidente dell'assoluta professionalità e competenza del presidente Campli e dei giurati". "La Corte non ha fatto altro che anticipare ciò che sarebbe avvenuto, certamente, in Corte d'Appello – ha dichiarato Alessandra Lepri, avvocata di Parte Civile – siamo sereni ed attendiamo con altrettanta serenità l'esito della superperizia".
Al Prof. Umberto Testi, direttore del Dipartimento di medicina legale di Torino, al quale successivamente saranno affiancati altri professionisti, il compito di fare chiarezza su ben sette punti: la natura delle lesività sul collo della vittima; la natura dell'enfisema polmonare (se massivo o microbolloso); l'esistenza di rilievi istologici; la carenza di cianosi; la rilevanza della lingua serrata; chiarezza sul meccanismo dell'Azione Meccanica Violenta; e se la massiva congestione della milza sia compatibile o meno con l'asfissia meccanica violenta.
Il tutto nel tentativo di fugare ogni dubbio sulla causa della morte di Alina Cozac, se violenta o naturale. (di Luca Pompei – Rete8)