Padova. Chiesto il rinvio a giudizio per l'ex compagno di Giada Zanola. Contestata la premeditazione.
Omicidio volontario aggravato dal rapporto di convivenza e dalla premeditazione. L'accusa mossa dalla Procura di Padova nei confronti di Andrea Favero, indagato per la morte della ex compagna Giada Zanola, gettata ancora viva dal cavalcavia sull'autostrada A4 a Vigonza nella notte tra il 28 e il 29 maggio 2024.
Nelle indagini, che si sono concluse, importanti sono stati gli accertamenti sui messaggi telefonici tra Favero e Zanola, che avrebbe dovuto lasciare a breve la casa di Vigonza, nella quale convivevano insieme, per trasferirsi dal nuovo compagno assieme al figlio.
Fondamentali anche gli esiti degli esami tossicologici che hanno rilevato benzodiazepine nel corpo della vittima, ma non in quello dell'indagato, nonostante le prescrizioni del medicinale fossero state intestate a lui, rivoltosi al medico di base lamentando una forte insonnia.
Giada Zanola, dal canto suo, aveva confessato a un'amica di temere di essere stata sedata in varie occasioni. La difesa di Favero ha venti giorni per chiedere un interrogatorio o depositare una memoria. Poi ci sarà l'udienza preliminare e, in caso di decisione di rinvio a giudizio, il processo davanti alla Corte d'Assise. (RaiNews)