Voce su Maria Simonetta Gaggioli
Maria Simonetta Gaggioli, 75 anni, fu rinvenuta morta la mattina del 3 agosto 2019 a Riotorto, frazione di Piombino in provincia di Livorno.
Foto di Riotorto, frazione di Piombino (Livorno)
La vittima era avvolta in un sacco a pelo, in avanzato stato di decomposizione, abbandonato in un fossato lungo il lato che costeggiava la vecchia strada Aurelia. Fu possibile individuare il cadavere in seguito a un incidente avvenuto sulla stessa strada, dove diversi automobilisti notarono una strana sagoma parzialmente ricoperta dalla vegetazione. Una prima ispezione medico legale aveva stimato il decesso della donna circa una settimana prima del ritrovamento.
Non fu possibile stabilire una data esatta della scomparsa poiché la denuncia venne presentata dal figlio Filippo Andreani, 47 anni, solo il giorno precedente al rinvenimento, venerdì 2 agosto. Quest'ultimo, ascoltato dagli inquirenti come persona informata dei fatti, aveva dichiarato di non aver avuto più notizie della madre dal 27 luglio, ma segnalò la scomparsa in ritardo poiché era capitato diverse volte in passato che la signora si assentasse per alcuni giorni, per andare a trovare parenti o amici, senza avvisarlo.[1][2]
Maria Simonetta Gaggioli era un'ex politica e funzionaria di regione, originaria di Follonica in provincia di Grosseto. Nella primavera del 2019 si trasferì proprio a Riotorto e, successivamente, andarono a stare con lei anche il figlio e i tre nipotini, ai quali la signora si era dedicata negli ultimi anni dopo essere andata in pensione.[3][4]
Uno scorcio di Follonica in provincia di Grosseto, città d'origine della signora Simonetta Gaggioli (di Andrea Anselmi, licenza CC BY-SA 4.0)
In un primo momento, secondo la Procura che aveva indagato sul caso, il signor Andreani e la sua compagna, Adriana Rocha Pereira Gomes, 32 anni, furono considerati i principali responsabili della morte della settantacinquenne. Entrambi furono indagati per omicidio volontario e occultamento di cadavere in concorso.[5]
La relazione dell'esame autoptico depositata al termine del mese di ottobre aveva escluso il decesso della signora Gaggioli per cause naturali. A determinare la morte, avvenuta tra il 26 e il 27 luglio, sarebbe stato un fattore esterno: probabilmente la somministrazione di un farmaco o di un'altra sostanza che aveva causato un'intossicazione o un avvelenamento.[6]
Nel mese di novembre fu riportato che, durante un interrogatorio, la trentaduenne originaria del Brasile aveva ammesso di aver caricato, da sola senza che il compagno ne fosse a conoscenza, il corpo della vittima nell'auto per poi abbandonarlo nel punto della strada Aurelia dove fu ritrovato il 3 agosto. Una confessione che non aveva convinto gli inquirenti e che comunque riguardava il solo capo d'imputazione dell'occultamento di cadavere, non dell'omicidio.[7] Tra il 27 luglio e il 3 agosto, periodo in cui la signora Gaggioli era scomparsa, la coppia avrebbe prelevato la pensione della donna usando il suo bancomat.[8]
L'11 gennaio 2020 Adriana Gomes fu arrestata e condotta in carcere in esecuzione di un provvedimento di custodia cautelare ordinato dal giudice per le indagini preliminari su richiesta della Procura di Livorno. Secondo le risultanze delle indagini, la nuora avrebbe avvelenato la vittima somministrandole una dose 10 volte superiore a quella consigliata di un farmaco che le era stato prescritto per ragioni terapeutiche. Il movente del gesto sarebbe da ricondurre al rapporto conflittuale tra la suocera e la trentaduenne, con il probabile obiettivo di riscuotere una somma ereditaria in seguito al decesso.[9][10]
Uno scorcio panoramico in lontananza di Riotorto in provincia di Livorno
Gomes continuò a proclamarsi innocente rispetto all'accusa di omicidio, dichiarando di aver trovato la donna morta e, successivamente, in preda al panico, di averne occultato il corpo sotto un letto della stanza dei figli. Poi l'avrebbe caricata in auto per trasportarla al cimitero di Follonica, ma la macchina sarebbe andata in panne lungo il tragitto. La nuora aveva anche aggiunto che la suocera, alcuni giorni prima del delitto, le avrebbe confidato di voler morire, sostenendo che l'ex funzionaria di regione si sarebbe avvelenata da sola.[11]
Un anno dopo l'accaduto, nell'agosto del 2020, la Procura chiuse le indagini, contestando formalmente all'indiziata i reati di omicidio volontario, occultamento di cadavere e uso improprio di carte di credito. Ribadita dall'accusa la motivazione della forte conflittualità tra le due donne, probabilmente scaturita dall'intenzione della trentaduenne di voler tornare a vivere in Brasile. Per il legale della difesa, tuttavia, non ci sarebbero state prove a supporto del fatto che a somministrare la dose eccessiva di farmaci fosse stata la nuora della vittima.[12]
Nel mese di dicembre Adriana Gomes venne rinviata a giudizio.[13] Nei suoi confronti la Procura aveva richiesto l'ergastolo. Il 13 luglio 2021 la Corte d'Assise di Firenze aveva condannato l'imputata a 24 anni di reclusione. Per Filippo Andreani invece fu decisa la pena di un anno per l'utilizzo illecito della carta di credito della madre nei giorni della sua scomparsa da casa.[14] Nel maggio del 2022 la Corte d'Appello di Firenze confermò entrambi i verdetti.[15]
Nei mesi seguenti la condanna di Gomes fu resa definitiva dalla Corte di Cassazione, ma il legale della donna avanzò l'ipotesi della richiesta di revisione del processo.[16]