Voce su Blessing Benedicta Daniel

Foto del canale Naviglio nei pressi di Albareto, a pochi passi da via Stradello Toni dove è stato ritrovato il cadavere della vittima (di Giorgio Galeotti, licenza CC BY 3.0).
Blessing Benedicta Daniel, 40 anni, originaria della Nigeria e conosciuta nella sua comunità come Anita, fu trovata morta in un canale lungo via Stradello Toni ad Albareto, frazione di Modena, la mattina del 7 aprile 2019.
A notare il corpo senza vita della donna fu un passante che stava portando a spasso il cane. Il cadavere si presentava seminudo, con addosso solo un maglione, mentre altri indumenti erano sparsi nelle vicinanze. Evidenti tracce di lesioni rinvenute sul corpo della quarantenne avevano alimentato negli inquirenti il sospetto che si trattasse di un omicidio.[1][2]
Nel tardo pomeriggio dello stesso giorno un uomo di 41 anni, Leopoldo Scalici, accompagnato dalla madre, si era presentato spontaneamente a una locale caserma dai Carabinieri e aveva confessato di essere l'autore del delitto. Il quarantunenne, originario di Palermo ma residente a Pavullo (Modena), avrebbe raccontato di avere incontrato la vittima la notte precedente e di averla invitata a salire su un furgone prestatogli da un amico, presumibilmente per consumare un rapporto sessuale.
Successivamente sarebbe scaturita una discussione che indusse l'uomo a colpire la donna diverse volte alla testa con una morsa da banco (un utensile per i lavori artigianali, meccanici o di falegnameria), ferendola mortalmente. Dopodiché il quarantunenne avrebbe guidato, per un periodo imprecisato di tempo, con il cadavere seminudo della vittima nel furgone fino a raggiungere Albareto.
In quella zona si era disfatto del corpo senza vita gettandolo in un fosso insieme ai vestiti, ritrovati la mattina dopo a bordo strada in via Stradello Toni. Raccolta la deposizione di Scalici, la Procura di Modena emise nei suoi confronti un decreto di fermo con l'accusa di omicidio volontario.[3][4]
Il seguente 10 aprile il quarantunenne, dinanzi al giudice per le indagini preliminari, confermò la versione riferita precedentemente ai Carabinieri. I primi risultati dell'autopsia avevano attribuito il decesso della donna alle ferite rimediate al cranio e causate da un pesante oggetto compatibile con la morsa da banco in dotazione al reo confesso.[5]
Nei mesi successivi Scalici fu rinviato a giudizio in rito abbreviato. Il 18 dicembre 2019, durante l'udienza preliminare, il giudice accolse la richiesta avanzata dal legale della difesa per sottoporre l'imputato a una perizia psichiatrica.[6] Il risultato dell'esame, reso noto nell'ottobre del 2020, aveva valutato l'uomo capace di intendere e di volere nel momento del delitto.[7]
Al termine del procedimento di primo grado, il 27 novembre 2020, Scalici fu condannato a 16 anni di reclusione. La pubblica accusa ne aveva richiesti 30.[8][9]