Voce su Roberta Perillo
Roberta Perillo, 32 anni, fu trovata senza vita all'interno della vasca da bagno della propria abitazione l'11 luglio 2019 a San Severo in provincia di Foggia. Poche ore dopo il decesso il fidanzato della giovane, Francesco D'Angelo, 37 anni, si era presentato in questura per confessare l'omicidio.[1]

La Cattedrale di Santa Maria Assunta a San Severo dove sono stati celebrati i funerali della vittima (di Tobia Gorrio, licenza CC BY-SA 3.0)
I due avevano una relazione da circa due mesi. Negli ultimi tempi però sarebbero stati frequenti i litigi nella coppia, soprattutto per la volontà di lei di allontanarsi dal trentasettenne. D'Angelo si era recato a casa della compagna, probabilmente per un ultimo chiarimento. Nel corso della discussione lui l'avrebbe minacciata di suicidarsi. Roberta lo avrebbe convinto a non commettere l'estremo gesto, ma in seguito sarebbe scattato un violento alterco degenerato nell'omicidio.
Nell'interrogatorio dinanzi al giudice per le indagini preliminari l'uomo dichiarò di non ricordare i momenti della lite e di essersi accorto soltanto di aver strangolato la vittima, provando poi invano a rianimarla.[2] Tuttavia l'autopsia eseguita sulla salma della trentaduenne aveva escluso la morte per strangolamento.[3]
Nei mesi successivi la Procura chiuse le indagini e confermò l'accusa di omicidio nei confronti di D'Angelo. Secondo gli inquirenti, l'indiziato avrebbe agito in seguito alla presa di posizione della compagna di chiudere definitivamente la loro relazione. Una decisione mai accettata dal trentasettenne che, durante l'aggressione, avrebbe prima strozzato la vittima per poi annegarla nella vasca da bagno.[4]
Il 25 giugno 2020 l'uomo fu rinviato a giudizio. Una perizia psichiatrica, ordinata dalla Procura, aveva riconosciuto all'imputato la semi infermità mentale, essendo affetto da un disturbo narcisistico-borderline.[5] Di diverso avviso altre due perizie: quella eseguita dal consulente di parte civile che aveva valutato la piena capacità di intendere e di volere,[6] mentre l'esame del perito della difesa aveva optato per il totale vizio di mente.
La pubblica accusa aveva avanzato la richiesta di pena di 21 anni di reclusione.[7][8] Il 29 aprile 2022 Francesco D'Angelo fu condannato dalla Corte d'Assise di Foggia a 23 anni di reclusione per omicidio volontario. La sentenza aveva riconosciuto la semi infermità mentale dell'imputato, mentre le attenuanti generiche non concesse.[9][10]
Nelle motivazioni del verdetto, i giudici confermarono la dinamica dell'aggressione mortale ricostruita in fase d'indagine, caratterizzata da un duplice meccanismo asfittico: lo strozzamento della vittima e il conseguente annegamento nella vasca da bagno piena d'acqua. Considerata la brutalità e la violenza posta in essere, non vi erano dubbi sulla sussistenza del dolo intenzionale di omicidio. La Corte aveva anche evidenziato che il comportamento dell'imputato fosse in contrasto con un reale ed effettivo pentimento per il gesto compiuto. Elemento che, valutato congiuntamente ad altri fattori, non poneva i presupposti per la concessione delle attenuanti generiche.[11]
Il 10 maggio 2023 la Corte d'Appello di Bari ridusse la pena a 20 anni di reclusione.[12]