Romina Meloni, 49 anni, originaria di Ozieri in provincia di Sassari, è stata uccisa dall'ex compagno Ettore Sini, coetaneo, il 31 marzo 2019. La donna si era separata nel 2004 dal marito e negli ultimi mesi aveva chiuso la relazione con Sini per iniziare una nuova storia con Gabriele Fois.[1]

Nel pomeriggio dell'ultima domenica di marzo 2019, Sini si presentò armato di pistola nell'appartamento di via Napoli a Nuoro dove Romina si era da poco trasferita per stare insieme al suo nuovo compagno. Entrato in casa, il quarantanovenne iniziò a sparare uccidendo la ex e ferendo gravemente Fois.
Dopo aver commesso il delitto, l'assassino scappò via, ma fu ricercato e poi fermato nella notte dai militari mentre vagava in stato confusionale a Sassari.[2] Durante la fuga aveva telefonato al figlio della vittima (avuto dal primo marito), confessando quanto accaduto e minacciando di suicidarsi.[3]
L'uomo, rinchiuso nel carcere di Bancali a Sassari e interrogato dal giudice per le indagini preliminari nel corso dell'udienza di convalida del fermo, si avvalse della facoltà di non rispondere. Nei suoi confronti fu confermata la custodia cautelare con l'accusa di omicidio volontario. L'esame autoptico stabilì che a stroncare la vita della donna fu un unico colpo al collo.[4] Il compagno Gabriele invece, raggiunto da un proiettile alla testa,[5] riuscì a sopravvivere e fu ricoverato in coma farmacologico all'ospedale. Uscì dal coma nei mesi successivi.[6]
Il 3 dicembre 2019 Sini è stato rinviato a giudizio in rito abbreviato.[7] La pubblica accusa aveva richiesto per l'imputato la massima pena con l'isolamento diurno, contestando anche l'aggravante della premeditazione.[8] Il 17 gennaio 2020 il giudice del Tribunale di Nuoro, accogliendo la richiesta del magistrato, ha condannato l'uomo all'ergastolo. Pena alla quale è stato scontato l'isolamento diurno per effetto del procedimento svolto in rito abbreviato.[9]
Le motivazioni della sentenza di primo grado hanno sottolineato che Sini non aveva mai mostrato alcun segno di pentimento. Ebbe a disposizione oltre un'ora e un quarto per desistere dal proprio intento omicida e comprendere che il sangue non era la soluzione al suo dramma, ma non lo fece. Dopo il delitto non si costituì, né aveva intenzione di farlo. Nel febbraio del 2021 si è aperto il processo di secondo grado, alla Corte d'Appello di Sassari, nel quale l'imputato è stato sottoposto a una perizia psichiatrica.[10]