Voce su Samira El Attar

Uno scorcio del municipio di Stanghella in provincia di Padova (di Threecharlie, licenza CC BY-SA 3.0)
Samira El Attar era una donna di 43 anni, residente a Stanghella in provincia di Padova, scomparsa il 21 ottobre 2019. Originaria del Marocco, si era trasferita in Italia nel 2011. Conviveva insieme alla figlia di 4 anni e al marito connazionale Mohamed Barbri, 40 anni, operaio agricolo.
Secondo le ricostruzioni, la mattina del giorno della sparizione la quarantatreenne aveva accompagnato la bambina all'asilo, poi era passata da una conoscente vicina di casa. Il giorno successivo il marito ne aveva denunciato la scomparsa alla caserma dei Carabinieri di Boara Pisani (Padova). La Procura di Rovigo inizialmente aprì un fascicolo d'indagine a carico di ignoti per sequestro di persona. Difficili le operazioni di rintracciamento della donna che non venne mai ritrovata. Il suo cellulare non emise più segnali dalla mattina del 21 ottobre.[1][2]
Nelle settimane successive all'apertura dell'inchiesta, la Procura modificò il titolo di reato in omicidio volontario e occultamento di cadavere mentre il coniuge della vittima risultava formalmente indiziato, a piede libero.[3] Considerato quanto emerso dalle attività investigative, il rapporto fra l'uomo e la moglie stava attraversando un periodo complicato, caratterizzato da incomprensioni e litigi scaturiti dalla gelosia del marito. Una circostanza confermata anche dalla testimonianza di alcuni familiari vicini alla quarantatreenne. Barbri tuttavia aveva sempre negato qualsiasi coinvolgimento nella scomparsa della donna, sostenendo di non aver mai avuto intenzione di farle del male.
Ciò nonostante il marocchino, interrogato più volte dai Carabinieri, avrebbe fornito delle versioni discordanti alle quali la Procura non aveva dato credito. Il 18 dicembre, l'uomo aveva segnalato il ritrovamento di alcuni effetti personali della moglie, ma secondo gli inquirenti quel gesto sarebbe stato soltanto un tentativo di depistaggio. Per gli investigatori il signor Mohamed avrebbe ucciso la quarantatreenne per poi occultarne in modo ingegnoso il cadavere. Tuttavia nelle settimane successive a delitto, mancando i gravi indizi di colpevolezza, non era stato possibile emettere una richiesta di custodia cautelare a suo carico, rimanendo a piede libero.[4][5]
Dal 1º gennaio 2020 Barbri risultò irreperibile e i familiari ne denunciarono la scomparsa. L'uomo era uscito la mattina di capodanno in sella alla propria bici, senza avvertire in alcun modo i suoi parenti, e non aveva fatto più ritorno a casa. Il giorno successivo, uno dei cugini del marocchino, presente in caserma per un interrogatorio, aveva ricevuto una telefonata dalla Spagna nella quale, all'altro capo della chiamata, c'era proprio Mohamed. Quell'azione potrebbe essere stata una fuga attuata dall'uomo per sottrarsi alla giustizia italiana.[6]
Il 14 gennaio Barbri venne fermato a Madrid in seguito all'esecuzione di un mandato di arresto europeo. Il giudice per le indagini preliminari aveva emesso un ordine di custodia cautelare in carcere su richiesta della Procura di Rovigo in base alle nuove risultanze investigative.[7] Il 24 gennaio, dopo l'estradizione in Italia, l'uomo si avvalse dalla facoltà di non rispondere di fronte al gip nell'udienza di convalida del fermo. In quell'occasione ribadì di non essere coinvolto nella scomparsa di sua moglie e che si era recato all'estero soltanto per cercarla.[8]

Il monumento ai caduti in piazza Renato Otello Pighin a Stanghella (di Threecharlie, licenza CC BY-SA 3.0)
Il quarantenne rimase dietro le sbarre nonostante le diverse richieste di scarcerazione avanzate dal suo legale. In estate fu rinviato a giudizio per i reati di omicidio volontario e occultamento di cadavere.[9] La Procura ottenne nei confronti del marocchino il giudizio immediato.[10][11] Il 18 giugno 2021 la Corte d'Assise di Rovigo lo aveva condannato in primo grado all'ergastolo per l'omicidio e l'occultamento del cadavere della moglie.[12]
Secondo le motivazioni del verdetto, il delitto si era consumato all'interno dell'abitazione coniugale di Stanghella, in un intervallo temporale compreso tra le 10.00 e le 12.15, orario in cui il cellulare della vittima venne spento.[13][14] L'uomo avrebbe agito al culmine di una situazione familiare estremamente tesa. La signora El Attar avrebbe avuto le redini della gestione finanziaria in casa, ma Barbri sarebbe stato dedito al gioco d'azzardo generando ingenti perdite economiche. Inoltre la gelosia del quarantenne nei confronti della moglie avrebbe creato una profonda incrinatura nel loro rapporto matrimoniale. La donna avrebbe così preso in considerazione l'idea di lasciarlo. Una prospettiva che però sarebbe stata inaccettabile per l'imputato.
Il 15 marzo 2022 la Corte d'Appello di Venezia confermò la sentenza di primo grado,[15][16] resa poi definitiva il 7 luglio 2023 dalla Corte di Cassazione.[17][18]