Voce su Ginetta Giolli
Ginetta Giolli, 62 anni, fu trovata morta il 3 luglio 2021 nell'abitazione in cui risiedeva alla Guglia di Livorno.[1]
Il monumento a Leopoldo II di Toscana in Piazza della Repubblica a Livorno. Dietro la Fortezza Nuova e, sullo sfondo, il tiburio della Cupola di Santa Caterina (di Etienne Li, licenza CC BY-SA 3.0).
A dare l'allarme fu un'amica della donna che non riusciva più a mettersi in contatto con lei dal precedente 1º luglio. L'ingresso dell'appartamento era chiuso a chiave: per fare irruzione all'interno fu necessario l'intervento dei Vigili del Fuoco. La vittima giaceva esanime in camera da letto e presentava una profonda ferita alla testa. Il marito della donna, Youssef El Haitami, marocchino di 55 anni, venne immediatamente ricercato dalla Polizia, ma risultava irreperibile. Lui stesso si presentò spontaneamente in Questura il pomeriggio del giorno seguente, domenica 4 luglio.
L'uomo di fronte agli inquirenti dichiarò di essersi recato fuori regione il giorno precedente, non sapendo del decesso della moglie e rendendosi dunque estraneo alle vicende relative alla morte della donna.[2] Tuttavia gli accertamenti degli investigatori non avevano rilevato sufficienti riscontri a conferma del suo alibi.[3] Di conseguenza nei confronti di El Haitami fu emesso il decreto di fermo con l'accusa di omicidio volontario.[4][5]
Secondo le ricostruzioni investigative, l'uomo avrebbe commesso il delitto nel corso della serata del 1º luglio, colpendo la vittima a martellate alla testa. La violenta aggressione sarebbe avvenuta in seguito a un litigio. Dopodiché il cinquantacinquenne aveva abbandonato l'abitazione, chiudendo la porta a chiave, con l'intenzione di lasciare il territorio nazionale, pur recandosi la domenica successiva dalla Polizia.
In base alle testimonianze dei conoscenti, El Haitami non viveva stabilmente con la moglie. Infatti, secondo le ricostruzioni, la coppia avrebbe contratto il matrimonio principalmente per far ottenere il permesso di soggiorno al marocchino. La donna però, nell'ultimo periodo, avrebbe espresso a una sua amica l'intenzione di allontanare definitivamente il marito da casa perché diceva di avere paura di lui.
L'8 luglio, nell'interrogatorio di garanzia dinanzi al giudice per le indagini preliminari, il cinquantacinquenne si avvalse della facoltà di non rispondere, continuando comunque a ribadire la propria innocenza. Nei suoi confronti fu convalidata la custodia cautelare in carcere.[6] Nel 2022 l'indiziato fu rinviato a giudizio. La Procura aveva contestato le aggravanti della crudeltà e del vincolo coniugale.[7]
El Haitami scelse di non testimoniare nel corso del processo, ma il precedente novembre del 2021 aveva dichiarato, in un nuovo interrogatorio, di aver cenato con la moglie la sera del 2 luglio, poi aveva lasciato l'abitazione quando la donna era ancora viva. Le analisi dei consulenti sul cellulare in uso all'imputato collocavano il cinquantacinquenne nella casa della vittima la sera del 1º luglio, in un orario che sarebbe compatibile con il momento in cui si era verificato il delitto.[8]
Nel settembre del 2022 El Haitami fu condannato in primo grado all'ergastolo dalla Corte d'Assise di Livorno.[9] Nel maggio del 2023 la Corte d'Appello di Firenze riformulò la sentenza ed escluse l'aggravante della crudeltà, ma fu comunque confermata la massima pena.[10] Nell'aprile del 2024 il verdetto fu confermato in via definitiva dalla Corte di Cassazione.[11]