Il femminicidio di Pierina Paganelli a Rimini

Vittima:
Pierina Paganelli
Presunto killer:
Louis Dassilva
Località:
Rimini
Data:
4 ottobre 2023
Uno scorcio panoramico dall'alto di Rimini

Uno scorcio panoramico dall'alto di Rimini

Voce su Pierina Paganelli

Pierina Paganelli, 78 anni, fu trovata morta la mattina del 4 ottobre 2023 nel garage del condominio dove risiedeva in via del Ciclamino a Rimini.‍[1]

Uno scorcio panoramico dall'alto di Rimini

Uno scorcio panoramico dall'alto di Rimini

A compiere la scoperta fu la nuora Manuela Bianchi. La vittima era stata aggredita e uccisa con 29 fendenti d'arma da taglio nel corso della serata del precedente 3 ottobre,‍[2] mentre si accingeva a rientrare nel suo appartamento, dopo essere ritornata dalla Sala del Regno dei Testimoni di Geova che frequentava abitualmente.

Il 16 luglio 2024, dopo circa otto mesi di indagini condotte dalla Procura di Rimini, fu arrestato un vicino di casa e conoscente della vittima, Louis Dassilva, 34 anni, originario del Senegal, ma dal 2015 in Italia e residente nello stesso condominio di via del Ciclamino[3][4]. L'uomo viveva con la moglie Valeria Bertolucci, ma era anche l'amante di una vicina di casa: Manuela Bianchi, la nuora della signora Paganelli.

Dassilva era sbarcato in Italia al termine di una lunga traversata che, dal cuore dell'Africa lo aveva condotto, attraverso il deserto del Sahara, sulle coste dell'area mediterranea del continente europeo. Il suo vissuto in Africa e nel Senegal era poco chiaro. L'uomo sarebbe padre di due figli e, in passato, sarebbe stato arruolato nel forze militari del paese d'origine. In Italia aveva iniziato fin da subito a lavorare come metalmeccanico e, nel giro di poco tempo, aveva regolarizzato la sua posizione.‍[5] Negli anni successivi si era sposato con Valeria Bertolucci.

La sera del 3 ottobre 2023, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, l'indiziato avrebbe ucciso Pierina Paganelli per futili motivi, agendo con crudeltà ed approfittando delle condizioni di tempo e di luogo tali da ostacolare la difesa della vittima. Il movente del delitto sarebbe da ricondurre alla relazione amorosa intrapresa da Dassilva con Manuela Bianchi. L'uomo risiedeva nello stesso condominio insieme alla moglie Valeria Bertolucci e, sempre secondo gli investigatori, non voleva essere scoperto dalla settantottenne, la madre di Giuliano Saponi, il marito della sua amante.

Verso il mese di aprile del 2023, Manuela Bianchi si era presa una pausa di riflessione dal marito Giuliano Saponi. Quest'ultimo poi, il successivo mese di maggio, era rimasto coinvolto in un incidente in bici che lo aveva costretto a un lungo periodo di ricovero in ospedale. Durante quella fase, Dassilva e Bianchi avevano avuto campo libero per coltivare la relazione extraconiugale. Al contempo Pierina Paganelli avrebbe scoperto che la nuora frequentava un altro uomo, pur non conoscendone l'identità.

L'anziana non vedeva di buon occhio quella situazione e sarebbe stata intenzionata a rivelare tutto. Bianchi avrebbe rischiato di essere disassociata dai testimoni di Geova e messa al bando dai familiari, mentre Dassilva temeva che il suo matrimonio andasse in frantumi, insieme alla sicurezza economica che ne derivava.‍[6] Per questo motivo il senegalese avrebbe provato un profondo rancore nei confronti della signora Paganelli. Il trentaquattrenne conosceva le abitudini della vittima e avrebbe agito proprio quando lei stava per rientrare nel condominio, aggredendola a coltellate poco dopo le 22.10 della sera del 3 ottobre 2023.

Dassilva aveva sempre raccontato di essere rimasto a casa, insieme alla moglie Bertolucci, dalle ore 20.00 del 3 ottobre sino alle 8.00 del mattino successivo, quando Manuela Bianchi aveva raccontato di aver rinvenuto il cadavere della suocera. Per gli inquirenti, però, l'uomo sarebbe uscito dal suo appartamento e sceso nel seminterrato per compiere l'omicidio, poi si sarebbe liberato dell'arma (mai rinvenuta dagli investigatori) e infine sarebbe ritornato su dalla moglie.‍[3][4]

Fondamentali nella ricostruzione del delitto si sarebbero rivelate anche le immagini di una telecamera di videosorveglianza che avrebbe immortalato Dassilva di spalle, mentre camminava in direzione del civico 31 in via del Ciclamino. L'indiziato, però, si era sempre proclamato innocente, riferendo di non essere lui l'individuo ripreso dalla telecamera. La difesa dell'uomo, inoltre, riteneva che quelle immagini fossero sgranate, confuse e di bassa qualità, rendendo dunque improbabile l'associazione di Dassilva alla sagoma raffigurata.

Sempre secondo la tesi difensiva dei legali del trentaquattrenne, Pierina Paganelli aveva già accennato del tradimento della nuora agli anziani dei Testimoni di Geova ed il meccanismo di valutazione della posizione di Manuela Bianchi si era già attivato. Dunque, considerato il movente sostenuto dalla Procura, non avrebbe avuto senso ucciderla.‍[7]

Per gli inquirenti, però, nei confronti dell'indiziato sussisteva il pericolo di fuga, in quanto, da un momento all'altro, avrebbe potuto lasciare l'Italia. Ci sarebbe stato, inoltre, anche un concreto pericolo di inquinamento delle prove, dal momento che l'uomo aveva ancora un forte legame con Manuela Bianchi. Infine, ci sarebbe stato persino il pericolo che il trentaquattrenne, se lasciato in libertà, avesse potuto commettere un nuovo delitto, tenuta in considerazione la sua "indole violenta", come riportato dal gip nell'ordinanza di custodia cautelare.‍[8]

I difensori del senegalese presentarono una richiesta di scarcerazione per mancanza di prove. L'istanza, però, venne più volte respinta. In particolare, nell'ottobre del 2024, il Tribunale del Riesame ribadì la sussistenza di gravi elementi indiziari, a cominciare "dall'identificazione dell'indagato come l'ignoto ripreso dalla cam 3" della farmacia San Martino in via del Ciclamino alle 22.17 della sera del delitto. Due circostanze, secondo i giudici, suggerivano la corrispondenza tra Dassilva e la sagoma nel filmato: "la compatibilità del movimento di spalla e braccio destro, e la pigmentazione scura della pelle".

Per il Tribunale del Riesame, a ciò si aggiungevano altri elementi, tra cui "i depistaggi effettuati dall'uomo", "l'addestramento militare dell'indagato" (che aveva un passato nella Gendarmeria senegalese), "la possibilità per Dassilva di acquisire informazioni utili per sorprendere la vittima da sola" e "la circostanza che la mattina dopo la scoperta dell'omicidio, l'indagato si era recato a suonare ad un'unica condomina", ovvero colei che la sera precedente aveva fatto rientro a casa insieme alla signora Paganelli dall'incontro di preghiera dei testimoni di Geova.

I giudici, nel rigettare la richiesta di scarcerazione, avevano ribadito che il movente del delitto fosse riconducibile alla relazione extraconiugale tra Louis Dassilva e la nuora della vittima, Manuela Bianchi, come sostenuto dagli inquirenti della Procura di Rimini.‍[9]

Nel gennaio del 2025, però, i risultati della perizia sul materiale genetico isolato sugli indumenti della signora Paganelli e sulla scena del crimine non avevano rilevato alcun frammento di DNA del senegalese. Inoltre, nella borsetta della donna – secondo gli inquirenti, "manipolata" dal killer che vi avrebbe reintrodotto gli oggetti caduti a terra durante l'azione omicidiaria –, sarebbe stato invece isolato il DNA di un soccorritore. Sintomo che la scena sarebbe stata inquinata.

Restava poi il giallo del rilevamento di due DNA femminili, uno sulla gonna e uno sulla maglia della settantottenne, che non si sarebbero potuti analizzare per l'esiguità delle tracce. Restavano inoltre ignoti anche i profili "maschio 1" e "maschio 2" trovati sui vestiti della vittima e su una delle pareti prossime alla scena del crimine. A complicare le attività peritali sul materiale biologico in questione sarebbe stata la cattiva conservazione dei reperti, che si sarebbero ammuffiti al punto da rendere incomprensibili, o persino irreperibili, alcune tracce.‍[10]

Note

  1. Colpita più volte con un'arma da taglio la 78enne trovata morta. newsrimini.it · Archiviato dall'originale. Consultato il 16 luglio 2024.
  2. Omicidio di Pierina, l'esito dell'autopsia: "Uccisa da una persona alta". il Resto del Carlino · Archiviato dall'originale. Consultato il 16 luglio 2024.
  3. a b Omicidio di Pierina Paganelli, Louis Dassilva è stato arrestato: «Il movente è la sua relazione con la nuora della vittima». Corriere.it · Archiviato dall'originale. Consultato il 16 luglio 2024.
  4. a b Omicidio Pierina Paganelli, arrestato il 34enne Louis Dassilva: "Temeva che scoprisse la sua relazione con la nuora". Il Fatto Quotidiano · Archiviato dall'originale. Consultato il 16 luglio 2024.
  5. Chi è Louis Dassilva, arrestato e indagato per l'omicidio di Pierina Paganelli: la fuga nel deserto, lo sbarco, i pizzini sulle grate per l'amante. Corriere.it · Archiviato dall'originale. Consultato il 18 luglio 2024.
  6. La chiave del giallo, Manuela intercettata: "Ho mandato fuori di testa Louis". il Resto del Carlino · Archiviato dall'originale. Consultato il 17 luglio 2024.
  7. Il delitto di Pierina, Bruzzone in difesa dell'indagato: "Immagini sgranate e indizi discutibili. Non è lui l'assassino". il Resto del Carlino · Archiviato dall'originale. Consultato il 18 luglio 2024.
  8. Delitto Pierina, Louis poteva scappare e uccidere ancora. newsrimini.it · Archiviato dall'originale. Consultato il 18 luglio 2024.
  9. Caso Pierina, il Riesame: "Dassilva mente, la relazione con Manuela il movente del delitto". il Resto del Carlino · Archiviato dall'originale. Consultato il 26 ottobre 2024.
  10. Pierina Paganelli, scena inquinata: "Dna soccorritore dentro la borsa". Louis Dassilva, ipotesi scarcerazione. IlSussidiario.net · Archiviato dall'originale. Consultato il 9 gennaio 2025.

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