Il femminicidio di Samia Bent Rejab Kedim a Udine

Vittima:
Samia Bent Rejab Kedim
Killer:
Mohamed Naceur Saadi
Località:
Udine
Data:
17 aprile 2025
Uno scorcio della Chiesa di San Rocco a Udine

Uno scorcio della Chiesa di San Rocco a Udine (su concessione di BeWeB - Beni Culturali Ecclesiastici in Web)

Voce su Samia Bent Rejab Kedim

Samia Bent Rejab Kedim, 46 anni, è stata uccisa nel corso della mattinata del 17 aprile 2025 all'interno dell'abitazione in cui risiedeva in via Vincenzo Joppi a Udine.‍[1]

Uno scorcio della Chiesa di San Rocco a Udine

Uno scorcio della Chiesa di San Rocco a Udine (su concessione di BeWeB - Beni Culturali Ecclesiastici in Web)

A dare l'allarme, dopo aver sentito grida e rumori provenire dall'appartamento, erano stati alcuni vicini di casa. Nello stabile vive anche uno dei figli minorenni della donna, che però non si trovava in casa nel momento del delitto. Il giovane, mentre rientrava nell'abitazione, aveva visto il padre sporco di sangue mentre si allontanava dal posto.‍[2]

I sospetti si sono dunque subito concentrati sull'ex compagno della vittima: Mohamed Naceur Saadi, 58 anni. La coppia era sposata, ma in fase di separazione,‍[3] infatti l'uomo non abitava più nella casa di via Joppi. Entrambi erano originari della Tunisia, lei operaia, lui faceva il camionista. Dalla loro unione erano nati tre figli: due femmine e un maschio minorenne. A carico di Saadi, però, erano stati segnalati vari precedenti per violenze nei confronti della signora Samia Kedim. Per questi motivi, il cinquantottenne era stato sottoposto alla misura restrittiva degli arresti domiciliari con il divieto di avvicinamento all'ex compagna e l'obbligo di indossare il braccialetto elettronico.

La Polizia di Udine ha avviato le ricerche dell'uomo, ma nel corso della stessa mattinata si è appresa la notizia del suo decesso lungo la strada statale 13 a Basagliapenta, una frazione del comune di Basiliano in provincia di Udine. Mohamed Saadi aveva perso la vita in un incidente con l'auto dell'ex compagna (di cui si era impossessato dopo averla uccisa), scontrandosi con camion cisterna.

L'episodio potrebbe essere stato volontario, portando a compimento il suo tentativo di togliersi la vita. Infatti, sul luogo dell'incidente, non sono state rilevate tracce di frenata dell'auto, che procedeva ad alta velocità e avrebbe avuto un improvviso scarto verso sinistra, proprio mentre stava incrociando il mezzo pesante che procedeva in direzione opposta. Il conducente del camion cisterna, invece, è rimasto lievemente contuso.

Si è concretizzata dunque l'ipotesi dell'omicidio-suicidio. Mohamed Naceur Saadi era stato condannato a 5 anni e 4 mesi per maltrattamenti, lesioni e violenza sessuale aggravata sull'ex moglie. Dal febbraio del 2025, dopo aver scontato un anno di carcere, era stato sottoposto ai domiciliari in un'abitazione di Monfalcone, in provincia di Gorizia.‍[4]

Tuttavia, proprio nella mattinata del 17 aprile 2025, l'uomo poteva usufruire di due ore di permesso per uscire di casa. L'ordinanza degli arresti domiciliari gli aveva concesso di potersi allontanare dall'abitazione due volte a settimana, dalle 9.00 alle 11.00, per esigenze personali ("per lare la spesa").‍[3] Aveva sfruttato quel lasso di tempo per recarsi nell'abitazione dell'ex compagna e ucciderla.

L'omicida indossava il braccialetto elettronico, che era però stato programmato per segnalare l'allontanamento dal domicilio solo oltre il tempo autorizzato dal permesso di uscita da casa (prima delle 9.00 e dopo le 11.00). Infatti, quando l'uomo alle 11.00 non aveva fatto rientro nell'abitazione di Monfalcone, il dispositivo ha inviato un segnale di avviso alla centrale di controllo, notificando l'evasione.‍[5]

In dichiarazioni rilasciate alla stampa, una figlia della vittima ha riferito: "Mia mamma aveva subito violenze ed era stata minacciata di morte più volte. Era terrorizzata. Lo aveva denunciato più volte ma poi, per paura e per il timore di danneggiare la famiglia, aveva sempre ritirato le denunce.‍[3] Alla fine aveva trovato il coraggio e mio padre era finito in carcere, ma non è servito, perché lo hanno fatto uscire. Una donna che presenta così tante denunce, anche se poi le ritira, va aiutata. Perché a mio padre sono stati concessi due giorni liberi ogni settimana? Non dovevano lasciarlo uscire e mia mamma doveva essere tutelata. Invece nessuno ha fatto nulla. Ora siamo rimasti soli, io, mia sorella e mio fratello, ancora minorenne".‍[6][7]

Il 18 aprile 2025, durante una conferenza stampa in Questura, il Procuratore di Udine, Massimo Lia, ha precisato che erano stati applicati tutti gli strumenti di tutela previsti dalla legge: "A volte, nonostante tutto, non si riescono a evitare queste tragedie. Con qualunque misura, se una persona intende far del male e ha deciso di farlo, è molto difficile che qualsiasi strumento diverso dal carcere possa diventare ostacolo assoluto".‍[4]

Note

  1. Uccide la moglie a Udine e poi muore in un incidente stradale. AGI · Archiviato dall'originale. Consultato il 17 aprile 2025.
  2. "Ho visto mio padre uscire di casa con gli abiti insanguinati": ecco come è stato scoperto il femminicidio. UdineToday · Archiviato dall'originale. Consultato il 18 aprile 2025.
  3. a b c «Il braccialetto elettronico "in pausa" per fargli fare la spesa: così papà ha potuto uccidere mamma». Open · Archiviato dall'originale. Consultato il 4 maggio 2025.
  4. a b Donna uccisa in casa, il figlio ha dato l'allarme ai vicini. ANSA · Archiviato dall'originale. Consultato il 21 aprile 2025.
  5. Femminicidio a Udine, uccisa dall'ex marito che scappa e muore in un incidente stradale mentre lo cercano. Il Piccolo · Archiviato dall'originale. Consultato il 17 aprile 2025.
  6. "Ha ucciso mamma senza pietà, senza empatia per i suoi figli. Ho vissuto vent'anni con un assassino". RaiNews · Archiviato dall'originale. Consultato il 21 aprile 2025.
  7. Figlia donna uccisa, "era terrorizzata, non è stata tutelata". RaiNews · Archiviato dall'originale. Consultato il 21 aprile 2025.

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