Voce su Manuela Petilli Marchelli
Manuela Petilli Marchelli, 14 anni, scomparve il 2 agosto 1993 nel piazzale della stazione ferroviaria di Ivrea, una città del Canavese in provincia di Torino. Nel pomeriggio del seguente 19 agosto il suo corpo senza vita fu trovato semicarbonizzato all'interno di in un casolare abbandonato nelle campagne di Cerone, una frazione del comune limitrofo di Strambino.[1]
Uno scorcio della stazione ferroviaria di Ivrea (di Bodamiano, licenza CC BY-SA 3.0)
Secondo le ricostruzioni degli investigatori, la vittima fu rapita, portata nel casolare e data alle fiamme. I resti del cadavere furono rinvenuti in avanzato stato di decomposizione, tanto che l'autopsia non riuscì a determinare l'esatta causa del decesso.
Inizialmente fu posto sotto osservazione il fidanzato della ragazza, che però non risultò coinvolto nel caso. Poi fu iscritto nel registro degli indagati un giovane di 27 anni: Pietro Ballarin, detto Ringo, nomade "sinti" che era stato visto da una testimone mentre si avvicinava alla quattordicenne nei pressi della stazione di Ivrea. L'indiziato aveva da poco terminato di scontare una condanna per aver tentato di violentare e uccidere due bambini nel 1984.
Il 23 agosto 1993 Ballarin fu fermato con l'accusa di aver ucciso Manuela Petilli.[2][3] Incalzato dalle domande degli inquirenti, il ventisettenne aveva respinto qualsiasi addebito. Alla chiusura delle indagini, fu rinviato a giudizio.
Nel gennaio del 1995 fu condannato all'ergastolo per omicidio,[4] mentre venne assolto dall'accusa di violenza sessuale.[5][6]