Il femminicidio rappresenta qualsiasi forma di violenza esercitata sulle donne (spesso in nome di una sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale) allo scopo di perpetuarne la subordinazione e di annientarne la soggettività sul piano psicologico, simbolico, economico e sociale, fino alla schiavitù o alla morte.

Il femminicidio di Graziella Mansi a Castel del Monte di Andria

Vittima:
Graziella Mansi
Killer:
Pasquale Tortora, Michele Zagaria, Domenico Margiotta, Giuseppe Di Bari e Vincenzo Coratella
Località:
Castel del Monte di Andria
Data:
19 agosto 2000

Voce su Graziella Mansi

Graziella Mansi, 8 anni, fu arsa viva nel corso del tardo pomeriggio del 19 agosto 2000 all'interno del bosco di Castel del Monte, frazione di Andria, capoluogo della regione Puglia.‍[1]

La bambina era in compagnia del nonno nei pressi del castello medievale quando, per il caldo e la sete, si allontanò per andare a prendere dell'acqua a una fontanella non molto distante dal posto. Lì fu avvicinata da Pasquale Tortora, 18 anni, che con una scusa la portò nel bosco finendo per torturarla e darle fuoco. Il corpo carbonizzato della vittima fu rinvenuto in serata, alcune ore dopo la segnalazione della scomparsa, a circa 2 Km di distanza dal luogo dove era stata adescata.‍[2][3]

Già nelle ore successive al drammatico ritrovamento, Tortora finì nel mirino degli investigatori. Il ragazzo fu interrogato e crollò, confessando l'omicidio. Nei giorni successivi, lo stesso indiziato chiamò in causa altri quattro amici, complici nell'assassinio. Si tratta di Michele Zagaria, Domenico Margiotta, Giuseppe Di Bari e Vincenzo Coratella. Questi ultimi, di età compresa fra i 18 e i 20 anni, avevano tutti partecipato commossi ai funerali della bambina prima di essere fermati e condotti in carcere.‍[4]

Secondo l'accusa, i cinque ragazzi avevano sequestrato la vittima per burlarsi di lei e torturarla, tentando anche un abuso sessuale. Alcuni di loro sostennero che "ci stavano pensando da tempo" a giocare con il fuoco. Motivo che portò la Procura a contestare la premeditazione. Tuttavia quel che poteva sembrare un gioco, fu fatale per la povera bambina, ricoperta completamente dalle fiamme.

Furono tutti e cinque rinviati a giudizio. Tortora unico reo confesso. Gli altri inizialmente ammisero le loro responsabilità, poi ritrattarono e si proclamarono innocenti.‍[5] Tortora fu condannato a 30 anni di reclusione al termine del processo celebrato in rito abbreviato. A Zagaria, Margiotta, Di Bari e Coratella fu invece inflitto l'ergastolo per aver scelto il procedimento in rito ordinario.‍[6][7] Nella notte tra il 13 e il 14 dicembre 2008 Coratella si suicidò, impiccandosi nella cella del carcere dove era detenuto.‍[8][9]

Note

  1. La storia della piccola Graziella Mansi, abusata e bruciata viva dal branco a 8 anni. Fanpage. Archiviato dall'originale.
  2. "Ti faccio vedere gli animali". Così ha attirato Graziella. la Repubblica. Archiviato dall'originale.
  3. La confessione del pedofilo. "Era bella, mi piaceva". la Repubblica. Archiviato dall'originale.
  4. Fermati quattro giovani per l'omicidio di Graziella. la Repubblica. Archiviato dall'originale.
  5. Margiotta e Zagaria ritrattano: "Non uccidemmo noi Graziella". la Repubblica. Archiviato dall'originale.
  6. Andria, bimba bruciata viva, quattro condanne all'ergastolo. la Repubblica. Archiviato dall'originale.
  7. Assassini di Graziella, confermati gli ergastoli. la Repubblica. Archiviato dall'originale.
  8. Lecce, violentò e bruciò viva bimba, si uccide nel carcere. La Gazzetta del Mezzogiorno. Archiviato dall'originale.
  9. Andria, Graziella Mansi uccisa 19 anni fa: ma non è fatta ancora giustizia. La Gazzetta del Mezzogiorno. Archiviato dall'originale.

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