Ceccano. Stupro di gruppo su una ragazza di Alatri. Tre giovani ventenni sono stati rinviati a giudizio.
Si celebrerà il processo per violenza di gruppo. Lo ha stabilito ieri il gup Antonello Bracaglia Morante. Gli accusati sono tre ragazzi di Ceccano, di 22, 21 e 21 anni, che sin dall'inizio dell'indagine hanno respinto ogni accusa. La prima udienza è prevista davanti al tribunale collegiale di Frosinone per il prossimo 31 maggio.
A presentare la denuncia, una ragazza di Alatri. Al più grande è contestato poi il reato di revenge porn – per aver diffuso un video di dieci secondi, di quella serata – e lesioni. Agli altri due la Procura attribuisce un ruolo secondario e un contributo di minore entità.
I fatti risalgono al 26 febbraio 2022 quando la ragazza di Alatri era a Ceccano per partecipare, in un bar, alla festa di compleanno di un amico. Così la Procura ha poi ricostruito gli avvenimenti: la ragazza decideva di andare in un altro locale dove si imbatteva in un amico, in compagnia di altri due ragazzi. I quattro facevano un giro in auto e poi andavano in una casa.
Secondo le accuse, alla ragazza sarebbe stato impedito di uscire e avrebbe subito la violenza sessuale dal più grande. Questi avrebbe invitato gli altri due a partecipare, ma costoro si allontanavano dalla stanza. Durante il rapporto la ragazza sarebbe stata brevemente filmata. Il video è stato acquisito agli atti dell'indagine, condotta dai Carabinieri, anche con l'ausilio del Ris, ed è motivo di scontro tra le parti.
La ragazza che ha denunciato l'accaduto si è costituita parte civile con l'avvocato Vincenzo Galione. I tre ragazzi, difesi dagli avvocati Giampiero Vellucci, Pierfrancesco Pizzuti e Armando Pagliei, hanno fornito una versione contraria rispetto a quella della ragazza. Due si erano fatti sentire dal gup, così come aveva fatto la ragazza (ognuno per sostenere le proprie ragioni).
Per le difese sarebbero emerse contraddizioni nel racconto e nella denuncia della ragazza, mentre il breve video, di dieci secondi, proverebbe il consenso. Di tutt'altro avviso la parte civile, che ritiene il video una sorta di arma precostituita per garantirsi una via d'uscita. (di Raffaele Calcabrina – CiociariaOggi.it)